martedì 19 maggio 2009

Lasciate i titoli originali

Sto preparando sandwiches, torte al formaggio e brownies con lemon curd per almeno una ventina di ospiti. Stasera in locanda abbiamo il Club del libro e discuteremo di un romanzo tanto decantato, osannato e assurto alle sfere celesti della narrativa mondiale: La Lettrice Bugiarda di Brunonia Barry.

Dunque, se non avete letto questo romanzo, ma se lo state leggendo o avete intenzione di farlo in futuro, vi consiglio di saltare questo post, perché potrei “rovinarvi la festa”, compromettendo le vostre percezioni, mutando inconsciamente le vostre impressioni.

Tengo a precisare che attribuisco la mia delusione non alla scarsa abilità narrativa dell’autrice -che invece ha messo su una storia originale, ambientata in una località evocatrice di mistero come Salem- quanto alla leggerezza o stupidità di colui che ha voluto tradurre l’originario titolo dell’opera: The Lace Reader, cioè La Lettrice di Pizzo (perché la protagonista Sophya, da tutti chiamata Towner, è capace di leggere gli eventi futuri nel pizzo), ne La Lettrice Bugiarda.

Leggendo quell’attributo, “bugiarda”, sin dal titolo, sono partita prevenuta che qualunque cosa avesse raccontato Towner in prima persona non sarebbe stata la verità, ma solo la sua visione della realtà. Gli indizi, poi, lasciati qua e là dall’autrice per rendere credibile il finale (mettendo in pratica egregiamente una delle regole fondamentali impartite nei corsi di scrittura creativa) mi hanno svelato l’arcano prima che iniziasse la seconda parte del libro.

Nonostante tutto ho proseguito nella lettura sperando di sbagliarmi, ma era esattamente come avevo immaginato.

Ciò, non mi ha impedito comunque di trascorrere delle ore piacevoli in compagnia delle meravigliose figure femminili tratteggiate dall’autrice. In effetti mi sarebbe davvero piaciuto conoscere una donna come Eva (anche la scelta del nome, a mio parere, non è casuale: un po’ la donna per antonomasia… così come Sophya che vuol dire saggezza).

E voi che cosa pensate del romanzo? Mi farebbe piacere sentire anche le vostre impressioni. Di qualunque genere: positive, negative, dubbiose, ma non denigratorie… nessun romanzo, infatti, può diventare un best seller se non vale nulla. Vi aspetto.

4 commenti:

Ire ha detto...

Sui titoli originali concordo e vado anche oltre: lasciate i titoli che hanno pensato gli autori, anche se sono brutti o poco appetibili, hanno sempre una ragione di essere.
Metto il libro in lista, prima o poi lo leggerò, anche perchè ho un debole per questo tipo di personaggi. E soprattutto mi piacciono le persone come te che analizzano a fondo.
E poi... cottage e fiori :)

Sonia Ognibene ha detto...

Benvenuta Irene
mi fa molto piacere che tu sia passata qui in locanda.
Ricambio i complimenti di cuore, perché scorrendo alcuni tuoi post trovo che non siano affatto banali.

Io sono molto attratta dalle forti figure femminili nella letteratura, ma credo che questo sia un sentire comune a tutte le donne.
Un abbraccio.
Sonia

Erica Lee ha detto...

Stessa cosa dicasi per i titoli dei film: snaturati, deturpati, scimmiottati.
Ciao mia cara.

Sonia Ognibene ha detto...

Parole sante, carissima.

Sto aspettando il tuo esercizio creativo in 10 righe.
Non vorrai sottrarti, mica!
Sonia