mercoledì 28 ottobre 2009

L'autunno è magia

Sì, l'ho sempre pensato. L'autunno è anticamera, è attesa dolce, lieta.
Proprio come quel "sabato del villaggio" ove la "donzelletta... reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare... dimani, al dí di festa, il petto e il crine".
Poi arriva l'inverno e "tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno".

Da qui vedo le foglie ammucchiarsi a ridosso della porta, sotto la finestra, ai bordi del vialetto, quasi cercassero, accartocciate fra loro, un po' di tepore.
Ci cammino sopra... mi piace sentirle crocchiare.
Domani il vento le trascinerà via e a me resterà solo il languore del loro incanto.

E ora vi lascio con questo pensiero di John Donne:
"Nessuna bellezza di primavera, nessuna bellezza estiva hanno la grazia che ho visto in un volto autunnale".

domenica 25 ottobre 2009

I veri scrittori leggono

Voi direte: "Ma che razza di titolo è?".
Avete ragione, può sembrare strano, ma non così ovvio per tutti. I più grandi scrittori, e anche quelli che "portano a casa la pagnotta", sono così innamorati della parola scritta che non possono fare a meno di leggere qualunque cosa sia degna (o non degna) di essere letta. Sì, perché la lettura è ispirazione, è palpito, è rabbia, è sogno... è vita tutta!
Invece... altri scrittori (che credono di esserlo solo perché hanno il loro nome su un testo stampato, spesso autoprodotto) snobbano puntualmente ogni testo in commercio. Sono del tutto disinteressati a ciò che i loro colleghi hanno da comunicare.

Ma io dico: possiamo crescere, migliorare se non ci confrontiamo con "i sommi" e anche con "i mediocri"?
Come possiamo sradicare le banalità dello stile, della struttura, dei dialoghi, della trama se non leggiamo neanche un libro all'anno?
NON POSSIAMO, ecco tutto.

Perciò, spero di non sentire più frasi come queste in risposta alla mia: "Hai letto qualche libro dei comici di Zelig?", "No, io non leggo niente, sennò mi metto a copiare gli altri" (n.d.r. invece le sue battute erano così banali e trite proprio perché non leggeva e non sentiva mai nessun comico).
Oppure: "Ti consiglierei di leggere diversi saggi di scrittura creativa perché ciò potrebbe aiutarti nella stesura del romanzo che hai in mente.". "Ah, ma figurati, io non ho tempo da perdere!" (n.d.r. in 5 anni non ha ancora portato a termine il suo primo romanzo).

Meditate gente, meditate.

mercoledì 14 ottobre 2009

Bonjour Provence

Giorni di fuoco in locanda, passati ad accogliere gli ospiti, conversare, leggere, correggere e perfino tinteggiare... sì, una saletta che ho voluto color lilla. L'effetto è meraviglioso! Mi illudo così di essere in un lussureggiante campo di lavanda in Provenza.
Per completare l'effetto ho dato al tutto un tocco olfattivo, posizionando tra le scaffalature dei sacchettini profumati alla lavanda.
Secondo voi, quale libro sarebbe più adatto da leggere in un'atmosfera simile?
Se non vi viene nulla in mente, ve lo suggerisco io: Un anno in Provenza di Peter Mayle.
Vi saprò dire quando l'avrò terminato.
Buona vita a tutti.

mercoledì 7 ottobre 2009

A che servono i libri?

In questi giorni, sul sentiero che conduce alla locanda, non si è visto nessuno. Ed è stato meglio così. Forse non sarei stata di buona compagnia: volevo restare sola.
Mi sono nutrita di focacce precotte, affettati di giornata, pesche sciroppate e un senso di vuoto attorno al piatto.
Sono rimasta ore sul tappeto, davanti al fuoco, abbracciata a Bon Ton che sembrava intorpidito dal calore come un lucertolone peloso.
Pensavo… pensavo alla vita che viene e se ne va. All’improvviso. In un fiume di fango che inghiotte anche la speranza, alla terra che trema schiacciando i sogni, alle bombe che bruciano i corpi annientando il senso della vita, pensavo alla reiterata, vergognosa, inaudita violenza dei ricchi e dei potenti per i quali la legge è uguale solo per i poveri e i meno furbi.
Riflettevo, allora, su un punto fondamentale: che ci facciamo qui, tutti noi, a parlare di scrittura, lettura, arte se tutto ciò non potrà tramutare la cupidigia dell’uomo in generosità, accoglienza, rispetto per chi ci sta accanto?
In buona sostanza, a che servono le espressioni forbite, la perfezione sintattica e ortografica, i corsi di scrittura creativa e i gruppi di lettura se poi non diventiamo individui migliori, capaci di alleviare la sofferenza umana?
La letteratura di evasione va bene… almeno per un po’, ma, come a scuola, la ricreazione non può durare tutta la vita.

Dopo aver sprecato miliardi di parole sulla letteratura e il suo valore, NOI, che tipo di scrittori vogliamo diventare? Che tipo di lettori vogliamo essere? Che tipo di uomini siamo?