mercoledì 17 febbraio 2010

Un'ape può addolcire la vita?

Ieri, senza alcun passaparola, ci siamo ritrovati tutti sotto la pioggerellina della brughiera agghindati come pazzi. Io a guisa d’ape, con tanto di antennine dorate e alucce di velo nero e lustrini, volteggiavo alla ricerca di un fiore che non fosse ancora avvizzito per via del gelo.
Tra fate, re, supereroi, stregacce, gatte e topastri, abbiamo brindato alla giostra della vita, dandole in pasto ciambelle per addolcirla. Per un po’ ci siamo riusciti.
Al prossimo anno, allora.

6 commenti:

serenella ha detto...

Io ci ho provato sabato con i miei bambini. Una bella festa.

Sonia Ognibene ha detto...

Cara Serenella, credo sia stata davvero una bella festa. I bambini trovano sempre il modo di divertirsi e tu hai l'anima di una bambina.
Baci.

riccardo uccheddu ha detto...

La "giostra della vita" è davvero una bella definizione, Sonia.
Racchiude sia allegria che malinconia e permette di gettare uno sguardo realistico sull'esistenza.
Agghindata così come ti descrivi, poi, dovevi essere uno spasso!
Il carnevale è una festa strana, con la quale io, personalmente, ho uno strano rapporto.
A volte, infatti, mi sembra che la sua allegria sia un po' forzata.
Ma ai bambini piace molto e tutto sommato, da qualche tempo sto iniziando a rivalutarlo.
Un caro saluto!

Sonia Ognibene ha detto...

Anch'io ho uno strano rapporto col carnevale, ma sì, ai bambini piace molto e io "devo" rivalutarlo per forza ;-)
Chissà, l'anno prossimo mi vestirò da... mongolfiera.
Un abbraccio.

old runner ha detto...

Te la devo raccontare questa Sonia, da non crederci.
Martedì scorso era di grasso, non so perché un giorno tradizionalmente serio si riduca in quello stato, ma non è questo il fatto.
Io non li sopporto i balli in maschera, dai tempi lontani d’una festa liceale.
La ragazza d’allora mi fece vestire da Ulisse, ricordo che i calzari di cuoio intrecciato scivolavano continuamente alle caviglie. Passai l’intera serata in posizione genuflessa ad allacciarli, con l’arco e la faretra ad impigliarsi tra divani e poltrone.
Così martedì, pioggerellina primaverile da manuale, invece del corso mascherato infilo le scarpette e via di corsa lungo i sentieri della brughiera.
E’ andata bene, fino a quando non sono finito in debito d’ossigeno, di lì in poi ho cominciato ad avere le apparizioni più strane.
Fra le tante, quella che mi ha fatto dire: “ fermati e sdraiati sull’erica “
è stata la visione di un’ape, con tanto di antennine dorate e alucce di velo nero e lustrini, che volteggiava sulla corolla di un anemone bastonato dal gelo.
Ti somigliava come una goccia d’acqua.
Non starò a descriverti la corte dei miracoli che le faceva corona.
Fate, re, supereroi, stregacce, gatte e topastri e chi più ne ha più ne metta.
BonTon, aggraffato alle mie scapole, teneva gli occhi come palle di biliardo.
Solo l’affabile Signora Smith non si stupiva della scena:
“ eh, la brughiera…”
ha cominciato col dire
“ è una landa piena di magia, persino la vita, quando passa di qui, non può fare a meno di addentare una ciambella “.
Postato tardi, demenziale più del solito, con richiesta di essere indulgente.
:-)

Sonia Ognibene ha detto...

Mi hai fatto morire dalle risate, caro old runner... sì, l'ape ero proprio io!
Ma tu almeno per un giorno potevi travestirti, no?
In ogni caso, anche se hai scritto in ritardo, sei anche in tema col mio ultimo post: non hai affatto bisogno dei consigli di Vorhaus, la tua vena comica è fin troppo evidente!!!
Ciaooooo... volevo dire ZZZZZZZZZZZ...