sabato 29 maggio 2010

Chi vince prende tutto

Ci sono giorni in brughiera dove alle distese di erica gradirei di gran lunga l’immensità del mare, quell’azzurro che ti stordisce fino a sopraffarti.
Poi i pensieri si posano sulla spuma bianca delle onde rincorrendo i gabbiani, il cuore illanguidisce e gli occhi cominciano a stillare lacrime: chi vince prende tutto… e con la stessa potenza scenica di Meryl Streep vorrei lasciarmi rincorrere dall’amore.
Qui accanto potete vedere e ascoltare ciò che oggi mi sconvolge l’anima.
The winner takes it all
I don't wanna talk
about the things we've gone through
though it's hurting me
now it's history
I've played all my cards
and that's what you've done too
nothing more to say
no more ace to play


The winner takes it all
the loser standing small
beside the victory
that's her destiny
I was in your arms
thinking I belonged there
I figured it made sense
building me a fence
building me a home
thinking I'd be strong there
but I was a fool
playing by the rules


The gods may throw a dice
their minds as cold as ice
and someone way down here
loses someone dear
The winner takes it all
the loser has to fall
it's simple and it's plain
why should I complain.


But tell me does she kiss
like I used to kiss you?
Does it feel the same
when she calls your name?
Somewhere deep inside
you must know I miss you
but what can I say
rules must be obeyed


The judges will decide
the likes of me abide
spectators of the show
always staying low
The game is on again
a lover or a friend
a big thing or a small
The winner takes it all


I don't wanna talk
if it makes you feel sad
and I understand
you've come to shake my hand
I apologize
if it makes you feel bad
seeing me so tense
no self-confidence
but you see


The winner takes it all
The winner takes it all...


The game is on again
a lover or a friend
a big thing or a small
The winner takes it all...


The winner takes it all.


Chi Vince Prende Tutto

Non voglio parlare
di quello che abbiamo passato
sebbene mi ferisca
adesso è storia
Ho giocato tutte le mie carte
ed è quello che hai fatto anche tu
non c'è più niente da dire
nessun asso da giocare ancora


Chi vince prende tutto
chi perde si sente una nullità
vicino alla vittoria
questo è il suo destino


Ero tra le tue braccia
pensando di appartenerti
credevo avesse un senso
costruirmi un recinto
costruirmi una casa
pensando di essere al sicuro
ma sono stata una sciocca
a giocare rispettando le regole


Gli dei tirano i dadi
a mente fredda
mentre c'è chi quaggiù
perde qualcuno di molto caro
Il vincitore prende tutto
chi perde deve cadere
è semplice e chiaro
perché dovrei lamentarmi.


Ma dimmi, lei ti bacia
come ero solita fare io?
Si sente la stessa cosa
quando lei ti chiama per nome?
Da qualche parte nel profondo
dovrai pur sentire che ti manco
ma cosa posso dire
le regole vanno rispettate


I giudici decideranno
Quelli come me sopportano
Gli spettatori dello show
Restano in platea a guardare
il gioco continua
amante o amico
tanto o poco
Chi vince prende tutto


Non voglio parlarne
Se questo ti rattrista
E posso capireche tu sia venuto a stringermi la mano
ti chiedo scusa
se ti rattrista
vedermi così tesa
e sfiduciata
ma vedi


il vincitore prende tutto
il vincitore prende tutto..
il gioco continua
amante o amico
tanto o poco
Chi vince prende tutto...
Chi vince prende tutto.

venerdì 28 maggio 2010

La lusinga


La lusinga è un tarlo che scava nel silenzio.


Sonia Ognibene

("Punte" -particolare- opera di Alessandro Rinaldi)

mercoledì 26 maggio 2010

Stralci del... segreto

" ─ Ci vai mai a Messa? Oggi è domenica.─ disse spiazzandomi.
Rimasi interdetta. Non ci andavo dal giorno della mia Prima Comunione.
─ Qualche volta. ─ mentii.
─ Come mai solo qualche volta?
─ Mamma dice che la religione è una preoccupazione dei poveri.
Mio nonno smise di masticare e mi fissò come se avessi detto una bestemmia.
─ Bene… ─ aggiunse dopo un po’, masticando lentamente. ─ Bene… e tu… cosa pensi?
...
─ Non lo so. ─ risposi. ─ Ma oggi verrò con te, se ti fa piacere.
─ Deve far piacere a te e a Lui. ─ precisò alzando gli occhi al cielo. ─ È da un pezzo che io non conto più per nessuno.
─ Mi fa piacere andarci insieme a te. ─ rettificai, per non contrariarlo ulteriormente.
Il nonno annuì e le sue rughe finalmente si distesero.
─ Quando finisci la colazione sparecchia e lava almeno il tuo piatto. Anche questa è una preoccupazione dei poveri".
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Estratto da "Il segreto di Isabel" di Sonia Ognibene,
Raffaello Editrice,
p.p. 22-23.

martedì 25 maggio 2010

Valigia e partenze


A volte pensi che il dolore passato
sia una valigia messa in soffitta,
poi basta niente e te la ritrovi aperta sul letto.

Non voglio più partire.

domenica 23 maggio 2010

Le déjeuner... in brughiera

Finalmente un po' di sole in brughiera, anche se fa capolino a minuti alterni, nascondendosi dentro strati di nuvole pezzate come mucche di razza Burlina.
Di buon mattino ho spalancato le finestre, le porte e, sotto alcuni ombrelloni, ho messo i tavoli all'aperto, con sgabelli, sdraio e mucchi di libri.
I bruchi sembravano gradire la ruvidezza della carta esposta al vento e vi strisciavano sopra beati, le formiche -neanche a dirlo- vi passavano sopra in fila indiana con la speranza di qualche vettovaglia.
E gli avventori non si sono fatti attendere: mi hanno supplicato di portare loro i miei famosi scones, con teiere sbuffanti di aromi all'arancio e al bergamotto.
Li ho accontentati e in sottofondo ho messo le sonorità anni '30-'40 dell'incomparabile Django Reinhardt.
Ci siamo rilassati tutti e perfino BonTon, per una volta, ha abbandonato propositi mangerecci, adagiandosi mollemente col pancino al sole.

Estate mia: quanto ti ho aspettata!

martedì 18 maggio 2010

Vivo e muoio

Mi perdo in geometrie spazio-temporali:
i nostri pensieri
come fendenti nascosti nell’ombra
a minacciare il reale,
le volontà smarrite e ritrovate
per non voltarsi indietro.
E vivo.
E muoio.

(Antro 13 - opera di Alessandro Rinaldi, versi di Sonia Ognibene)

Non comprate a scatola chiusa

Impegni lavorativi mi hanno portato fuori dalla locanda sabato sera: c’era la recita di fine anno scolastico al teatro comunale e, nonostante la stanchezza spropositata delle ultime due settimane, non potevo e non VOLEVO mancare.
Abbiamo messo in scena “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.
Ora lo so che molti fra voi mi linceranno virtualmente, ma io non ho mai amato particolarmente questa storia: primo, perché non è da bambini e secondo, perché le tematiche affrontate sono molto più complesse di quanto si possa immaginare e aprono spunti di riflessione alquanto spinosi.
Io l’ho letto senza che qualcuno mi dicesse quali significati DOVESSI trovarci, quando non avevo ancora la maturità necessaria per afferrare pienamente il senso di alcune azioni, domande e affermazioni presenti nel racconto!
Vi posso assicurare, infatti, che mi ero scandalizzata non poco nel leggere che il piccolo principe si fosse fatto mordere deliberatamente dal serpente per tornare sul suo pianeta, che avesse scelto quindi consapevolmente la morte. Mi avevano sempre detto che un simile gesto si chiama suicidio e stentavo a credere che uno scriccioletto tenero, ingenuo ma più saggio degli adulti come il piccolo principe potesse prendere una simile decisione!
Sì, lo so perfettamente che il motivo di tale gesto non era procurarsi la morte perché odiava la vita, ma solo perché per tornare sul suo pianeta e dalla sua rosa il corpo sarebbe stato troppo pesante, ma a 8 anni non lo capisci e forse neanche a 10.
Per quanto riguarda il significato dell’amicizia e dell’amore, beh, non ho nulla da ridire: il tutto è trattato in modo molto poetico ma un po’ ostico per i bambini (che vedevo alquanto smarriti durante la lettura ad alta voce).
Un consiglio allora per tutti quelli che, pur non avendo letto il libro, continuano a regalarlo ai loro figli e nipoti solo perché è un classico della letteratura mondiale, tradotto in più di 180 lingue: leggetelo anche voi insieme a loro, affinché possiate scoprirne la bellezza e chiarire i punti oscuri.
Nell’era di internet, purtroppo tutto è o nero o bianco, e lo spazio per il grigio -la riflessione- non è contemplato.

domenica 9 maggio 2010

Coraggio!

Il mio pensiero oggi va a tutte quelle mamme che si sentono colpevoli e diverse per aver dato alla luce un figlio con disabilità, a tutte quelle mamme che assistono i loro figli nella malattia e nelle lunghe degenze in ospedale, a tutte quelle mamme che ammalate gravemente non possono godere dell'abbraccio dei loro figli.
Ma soprattutto penso a tutte le mamme che non sanno dove siano i loro bambini, strappati al loro amore senza pietà, e a quelle che, vivendo il dolore più lacerante, non hanno più i loro figli.

A tutte voi posso solo dire: CORAGGIO!
Non lasciate spazio alla disperazione, né al senso di colpa e alla prostrazione fisica e mentale!
Una mamma è mamma per sempre: rinvigorite dunque quelle forze che credete perdute e lasciatevi travolgere ancora dalla LUCE che darà un senso nuovo alla vostra esistenza!
Vi abbraccio tutte con amore infinito.


venerdì 7 maggio 2010

Salone Internazionale del Libro: ci sarete?

Ho sempre sognato, sperato di avere un mio romanzo al Salone Internazionale del Libro di Torino, luogo di incontro tra professionisti del settore, tra lettori e autori; crocevia di culture; centro vitale di dibattiti e riflessioni.
Ebbene, quest'anno -lo confermo a chi me ne ha fatta esplicita richiesta- dal 13 al 17 maggio, "Il segreto di Isabel" sarà al Padiglione 3 - Stand Q 75.
Nell'occasione, ovviamente, sarà possibile acquistarlo.

Ringrazio fin d'ora chi passerà per scoprire la storia di Isabel e anche chi, incatenato ai propri impegni, potrà essere a Torino solo con lo spirito.
Io conto di esserci, ma altre incombenze mi inchiodano altrove... vedremo.

giovedì 6 maggio 2010

Vai oltre le apparenze!


Un individuo silenzioso e schivo
è come un'acqua stagnante:
immota in superficie
ma brulicante di vita al suo interno.

Sonia Ognibene