martedì 18 maggio 2010

Non comprate a scatola chiusa

Impegni lavorativi mi hanno portato fuori dalla locanda sabato sera: c’era la recita di fine anno scolastico al teatro comunale e, nonostante la stanchezza spropositata delle ultime due settimane, non potevo e non VOLEVO mancare.
Abbiamo messo in scena “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.
Ora lo so che molti fra voi mi linceranno virtualmente, ma io non ho mai amato particolarmente questa storia: primo, perché non è da bambini e secondo, perché le tematiche affrontate sono molto più complesse di quanto si possa immaginare e aprono spunti di riflessione alquanto spinosi.
Io l’ho letto senza che qualcuno mi dicesse quali significati DOVESSI trovarci, quando non avevo ancora la maturità necessaria per afferrare pienamente il senso di alcune azioni, domande e affermazioni presenti nel racconto!
Vi posso assicurare, infatti, che mi ero scandalizzata non poco nel leggere che il piccolo principe si fosse fatto mordere deliberatamente dal serpente per tornare sul suo pianeta, che avesse scelto quindi consapevolmente la morte. Mi avevano sempre detto che un simile gesto si chiama suicidio e stentavo a credere che uno scriccioletto tenero, ingenuo ma più saggio degli adulti come il piccolo principe potesse prendere una simile decisione!
Sì, lo so perfettamente che il motivo di tale gesto non era procurarsi la morte perché odiava la vita, ma solo perché per tornare sul suo pianeta e dalla sua rosa il corpo sarebbe stato troppo pesante, ma a 8 anni non lo capisci e forse neanche a 10.
Per quanto riguarda il significato dell’amicizia e dell’amore, beh, non ho nulla da ridire: il tutto è trattato in modo molto poetico ma un po’ ostico per i bambini (che vedevo alquanto smarriti durante la lettura ad alta voce).
Un consiglio allora per tutti quelli che, pur non avendo letto il libro, continuano a regalarlo ai loro figli e nipoti solo perché è un classico della letteratura mondiale, tradotto in più di 180 lingue: leggetelo anche voi insieme a loro, affinché possiate scoprirne la bellezza e chiarire i punti oscuri.
Nell’era di internet, purtroppo tutto è o nero o bianco, e lo spazio per il grigio -la riflessione- non è contemplato.

4 commenti:

Jack ha detto...

Ciao, bellissima l'idea del titolo del tuo blog!

Sonia Ognibene ha detto...

Molte grazie, Danilo! E torna a trovarmi.
Adesso vado sul tuo blog!
Buona giornata!

Jack ha detto...

Tornerò senz'altro, ciao :)

Sonia Ognibene ha detto...

;-) a presto, allora!