martedì 31 agosto 2010

Proviamoci

Attraverso Gabe, una blogger sostenitrice, sono venuta a conoscenza di un fatto spiacevole cui potremmo insieme porvi rimedio: andate su questo link e leggete il post. Forse qualcuno di noi è in grado di trovare una soluzione:

domenica 29 agosto 2010

Vola libera


Solo il vuoto.
L'attesa è finita.
Lasciatemi al buio, nel silenzio,
ché l'anima ha bisogno di pace,
recuperare le forze.

Non ti dico addio: so che ti rivedrò...
come so che sei felice.

Vola più in alto che puoi.


venerdì 27 agosto 2010

L'attesa e il vuoto


L'anima di G. sta attraversando l'ultimo fiume
io resto sulla sponda e l'accompagno con lo sguardo.

mercoledì 25 agosto 2010

Incipit ed epilogo: la storia in mezzo è affar vostro

Ieri in locanda, verso sera, sono entrati sette avventori che avevano smarrito la strada: dovevano andare ad un concerto di musica sinfonica e invece si sono ritrovati davanti la mia locanda.
Così, catturati dalle mie coppette di crema catalana, hanno deciso di restare a conversare sotto le stelle.
Poi, vedendo i romanzi a disposizione in ogni angolo è stato inevitabile parlare di letteratura e di scrittura creativa.
Ho scoperto che almeno tre di loro avevano provato a scrivere qualcosa di buono, solo che in preda al famigerato blocco dello scrittore si erano ritrovati ad abbandonare tutto da un giorno all’altro.
-Ma come si fa a superare la crisi?- mi ha chiesto M.
-Domanda da 100 milioni dollari- gli ho risposto. -Ognuno ha un suo metodo e non è detto che funzioni sempre. Io posso solo dirti che quando il blocco diventa insormontabile vado a “vivere”.
- Cioè?
- Mi butto nella quotidianità: esco, parlo con la gente, vado al mare, a una mostra, vado a camminare lungo le mura della città, cucino, gioco col cane… tutto quello che banalmente può venirmi in mente. Dopo avrò del materiale sufficiente per ricominciare a scrivere. Se invece il blocco è leggero mi metto a “giocare” con le parole.
- E come?
- Prendo un giornale e ritaglio titoli e sottotitoli, li spezzetto e li metto in un cappello, poi ne pesco una decina e dal coacervo senza senso che ne vien fuori provo a scrivere una storia che abbia credibilità. Voi non ci crederete ma, quando sono ad un punto morto, è proprio così che trovo le soluzioni narrative più stimolanti!
- Davvero?
- Sì, davvero.
- E hai altri trucchi da consigliarci?- ha detto tutta infervorata la signora V.
- Sì, io vi darò un incipit e un epilogo e voi dovete provare a sviluppare la storia nel mezzo… una storia che abbia un senso, però.

Loro sono stati tutti entusiasti e torneranno fra due settimane per sottopormi le loro fatiche. Cominceremo così una sorta di “scuola di scrittura creativa”.
Se volete cimentarvi anche voi in questo esercizio, ecco le indicazioni da seguire. Se volete potrete postare le vostre storie (brevi o lunghe) nello spazio pubblico dei commenti, farle visionare a me soltanto o tenervele per voi.
Non c’è problema: l’unico scopo è FARVI SCRIVERE!

INCIPIT: Una donna riceve una lettera…
EPILOGO: Un uomo riceve un pacco…

Il racconto si apre a svariate possibilità, non trovate? :-)

domenica 22 agosto 2010

Life calling

Esco di buon mattino dalla locanda: l’aria è frizzantina, il sole non ferisce gli occhi e le nuvole sono solo delle piccole e innocue masse bianche in mezzo al cielo.
Respiro a pieni polmoni e mi incammino lungo il sentiero. Non ho libri con me, ma solo BonTon che annusa ogni ciuffo d’erba possibile. Nella discesa incontro un signore che saluto, lui ricambia sorridendo e con un inaspettato inchino.
Non ho voglia di tornare in locanda, non subito almeno: c’è un tempo per la preghiera, un tempo per l’arte e un tempo per il mare. Oggi è tempo di tutte queste cose messe insieme, sì, perché “del doman non c’è certezza” e io non posso procrastinare ogni cosa come se davanti a me avessi ancora cent’anni.
Colgo ora il bello che c’è, colgo ora i fiori della vita.
E voi?

mercoledì 18 agosto 2010

C'è più la grazia?


Cerco la grazia
impalpabile come zucchero a velo
e trovo fiere fameliche
copie stinte di maschi alla deriva.
Sonia Ognibene


La grazia, più bella ancora che la bellezza.
(Jean de la Fontaine -Adonis)

lunedì 16 agosto 2010

Londra non ha più segreti

In questi pomeriggi di pioggia ho avuto modo di leggere molto in locanda. Uno dei libri che ho gustato intensamente non è stato un romanzo, ma un saggio di Corrado Augias: I segreti di Londra.
Cosa dire dell’autore se non che sia uno degli intelletti più stimolanti e incorrotti degli ultimi 100 anni (tra questi anche Enzo Biagi e Indro Montanelli)?
Lo stimo profondamente e adoro la sua flemma, il suo sorriso appena accennato e la sua colta risata “very english” (può una risata essere colta? Sì, la sua lo è).
Ma veniamo al libro. Come ho detto, è un saggio storico ma che, grazie alla prosa vivace e ai salti temporali, diventa più appassionante di un romanzo.
Devo ammettere che di molti personaggi descritti ignoravo l’esistenza, di altri ne ho rivalutato il vissuto, mentre di altri ancora, ahimè, ne avevo ingenuamente esaltato la figura.
Prendiamo Anna Bolena ad esempio: l’ho sempre vista come la verginella sedotta e uccisa ignobilmente dal dispotico e megalomane consorte Enrico VIII. Ora, se è vero che il processo alla Bolena sia stato illegittimo, una vera farsa orchestrata dal re per liberarsi di lei, è altrettanto vero che la moglie in questione tanto ingenua e pudica non era: entra alla corte d’Inghilterra come dama di compagnia, diventa “amante ufficiale” e poi scalpita per diventar regina. Detesta Caterina, la prima moglie d’Enrico VIII, e la figlia di lei, che non perde occasione di umiliare con crudeltà.
E vogliamo parlare di Horatio Nelson? Sì, proprio quel Nelson la cui effigie, scolpita nella pietra e issata su una colonna di oltre 40 metri, sovrasta Trafalgar Square. L’ho sempre immaginato come uomo solido (quasi come la sua statua) e invece scopro il suo lato passionale (che lo porta a rinnegare sua moglie in modo indecoroso) e quello fintamente umile e decisamente vanesio.
E poi c’è il capitolo VIII sulle leggendarie figure dei corsari, pirati e bucanieri in cui viene descritta in modo vivido la vita sui vascelli: nell’acqua stipata per mesi brulicano larve di insetti, gli escrementi degli “alimenti vivi” (galline, mucche, maiali, oche) fermentano al sole, gli uomini a bordo sono rissosi, spesso ammalati e con piaghe evidenti dovute allo scorbuto. La dissenteria poi è una costante. Altro che avventurieri dal fascino irresistibile!
E poi ci sono i capitoli su l’East End e Jack lo Quartatore, Virginia Woolf, Sherlock Holmes (quasi fosse realmente esistito), Lawrence d’Arabia, Marx, Churchill, la principessa Diana e molti altri.
Insomma, leggetelo! Lo consiglio soprattutto ai giovani che trovano la storia più soporifera dell'etere.
E adesso scusatemi, devo lasciare momentaneamente la brughiera per comprare "I segreti di New York".
Buona lettura.

sabato 14 agosto 2010

mercoledì 11 agosto 2010

Voce del verbo riflettere


Perché di fronte ad uno specchio il mio corpo è riflesso,
ma se penso alle beghe quotidiane ho riflettuto?
Devo rifletterci.

lunedì 9 agosto 2010

Grande!


"Secondo lei devo mettere più fuoco nei miei scritti?"
"No. Viceversa."

Oscar Wilde a un aspirante scrittore

domenica 8 agosto 2010

Canne... in versi

E dopo il limerick, ecco un haiku: tre versi che, senza orpelli, esaltano le stagioni e la natura.
Un altro invito a cimentarvi in questo genere di componimento tanto caro ai giapponesi, magari ai tavoli della mia locanda per un brunch tutto anglosassone.

"La canna al vento
dondola piano piano
Pioggia aulente."


Sonia Ognibene

sabato 7 agosto 2010

Limerick che ti passa

Questa sera sono in rotta col buonsenso, allora mi rifugio nel “nonsense”.
E quale miglior strumento che un limerick?
Ma sì, quel “genere organizzato e codificato di nonsenso” (usando le parole di Gianni Rodari) che dovrebbe far ridere o almeno sorridere.
A che serve? A nulla, ma aiuta a maneggiare ed affinare sempre meglio gli strumenti della vostra arte, o miei aspiranti scrittori.
Provateci e intanto beccatevi il mio.

Quel ragazzo pingue del Villaggio
divorava gelati già da maggio.
Ma che fa, nella danza si lancia
noncurante della pancia?
Oh pietà, ballerino pingue del Villaggio
.”
Sonia Ognibene

venerdì 6 agosto 2010

Sulla vita, le illusioni e altre verità

La brughiera è meravigliosa in questi giorni: illuminata dai riverberi del sole tra le fronde al mattino, atterrita e fradicia durante i temporali con fardelli di grandine nel pomeriggio.
In questa cornice l’avventore giornalista F.C. mi ha intervistata per parlare del mio romanzo. Ci siamo seduti a un tavolino all’aperto e tra una pausa e l’altra abbiamo finito per parlare della mia vita, delle nostre vite in verità.
A un certo punto F. mi ha chiesto: “Come mai ti sei dedicata a questo genere di narrativa?”, e io mi sono trovata a rispondere: “Perché io una vera infanzia e adolescenza non l’ho vissuta, così la rivivo attraverso le mie storie e resto bambina anch’io.”.
A dirla tutta è impossibile recuperare ciò che gli eventi e gli anni hanno spazzato via. Forse è una chimera che io possa rimanervi ancorata per il solo fatto di immedesimarmi nei miei personaggi, però… però mi fa star bene.
Siamo sinceri: cosa c’è di bello nella crudele realtà degli adulti?
Non siamo altro che un impasto di disillusioni e corse frenetiche verso il nulla.
E io, invece, voglio sognare.
Qualcuno potrebbe definire tale atteggiamento “rinuncia”, “fuga”. Forse, magari lo è per davvero.
Ma in fondo che cos’è scrivere se non un’incessante peregrinazione dello scrittore in corpi e menti lontanissimi per indole, vizi, virtù, spazio e tempo; se non una grande, immensa illusione che attinge dal vissuto per diventare altro da sé?
Ognuno di noi le conferisce titoli di veridicità assoluta e ci sguazza dentro solo per burlarsi dell’unica vita terrena e viverne infinite altre senza curarsi delle convenzioni, di ciò che sia riprovevole o giusto fare.
Perciò, fino a quando mi sarà concesso, correrò per la brughiera come una tredicenne col cuore carico di soavi promesse. E sarò libera!

lunedì 2 agosto 2010

Sono tornata!


Vi sono mancata? Spero di sì.
Comunque sto preparando un nuovo post.
Nell'attesa vi abbraccio tutti
e vi auguro buone vacanze o... buon rientro!