giovedì 30 settembre 2010

martedì 28 settembre 2010

Percezioni dell'io

"Una donna molto bella
che guarda la sua immagine allo specchio
può credere facilmente di essere ciò che vede.
Una donna brutta
sa di non essere questo".

Simone Weil - tratto da Quaderni

domenica 26 settembre 2010

Siamo tutti palline matte

Una pallina matta, di tutti i colori dell'arcobaleno voglio essere oggi.
Lasciarmi rotolare lungo il pendio, rallegrando con i miei colori tutta la brughiera, rimbalzare ovunque: su sassi, tronchi, tetti e porte delle case.
Dirò a tutti che ogni giorno possiamo essere qualcuno o qualcosa di diverso, che possiamo regalare gioia al nostro passaggio.

Ecco, sto uscendo dalla mia ciotola... corro a regalarmi il mondo.

venerdì 24 settembre 2010

Il cinema che "conta"

Ero assorta nella contemplazione dell'alba, rosa dalle venature fucsia questa mattina, e ho pensato a quanti la stavano contemplando nello stesso istante, vicini o lontani da me.
Che emozioni stavano provando o quale assenza albergava nella loro anima. Con quali e quante parole avrebbero descritto quel momento.
Da lì, mi sono ritrovata a pensare al talento artistico, quell'afflato prodigioso che trasfigura le cose cogliendone l'essenza.
Quanto ce n'è in me? Davvero se ne può possedere in percentuale oppure è un dono che si ha dalla nascita o non lo si avrà mai?
Io non posso giudicarmi e in verità NON SO giudicarmi (se non per demolirmi) ma quando leggo, osservo, ascolto l'opera di qualcuno e un'onda di meraviglia, palpito, riconoscenza mi si para dinanzi e mi travolge, allora capisco di averlo trovato.
Un avventore mi ha fatto leggere una sua sceneggiatura e ho capito senza dubbio alcuno che il suo è un talento vero, di quelli su cui è inutile discettare. Un talento oggettivo.
Le sue parole... melodia, i suoi pensieri là dove molti di noi non arriveranno mai, la costruzione narrativa un avvincente "adagio" che continua a risuonare anche dopo aver messo giù la bacchetta.
Eppure lui non è là dove dovrebbe essere.
Le parole, le immagini sul grande schermo servono solo per stupire, trasgredire, annacquare cervelli già sfatti dal web-trash.
Dicono che c'è ancora il cinema che conta... sì, ma i soldi un tanto al biglietto.

mercoledì 22 settembre 2010

Intervista "segreta"

Cari avventori, con grande soddisfazione vi segnalo che al link sottostante potrete trovare l'intervista fattami dal giornalista Francesco Ciccarelli su Il segreto di Isabel.
Se vi va, dateci un'occhiata.

martedì 21 settembre 2010

Abbiamo tutti un vascello da condurre in porto

Che uno scrittore, o aspirante tale, non possa assolutamente esimersi dal leggere i classici della letteratura mondiale è affare ormai assodato.
Così, tra i romanzi e saggi di ultima uscita affianco sempre dei libri che hanno impresso un segno indelebile nel nostro tempo.
Ho letto quindi alcune settimane fa La linea d'ombra di Joseph Conrad (per chi non lo sapesse, lo scrittore non era inglese ma un nobile polacco nato in Ucraina).
La trama non ha nulla di complicato: un giovane si ritrova in modo del tutto inaspettato a comandare una nave che non ha più il suo capitano e deve condurla in porto. Niente di eclatante accade, tranne il suo travaglio interiore dovuto all'immobilismo quasi soprannaturale, demoniaco direi, della nave e all'epidemia che sta fiaccando uno dopo l'altro i suoi uomini. Ed è proprio in questo coacervo di esaltazione febbricitante per la nuova avventura prima e di sensi di colpa poi, la forza del romanzo. Infatti, nonostante io abbia trovato la prosa di Conrad alquanto ostica e la vita di mare lontana anni luce da me, mi sono sentita comunque (e fortemente) parte di quel vascello e delle sue miserie.
Perché in fondo siamo tutti comandanti di una "nave".
La mia, a volte, si muove troppo lentamente per via del "vento" che non spira quanto dovrebbe, con i miei sensi di colpa per ciò che dovrei (o avrei dovuto) fare per condurla al porto senza troppi danni.
Ma ciò che più conta, come il romanzo stesso suggerisce, è che alla fine si trovi sempre il coraggio di rimettersi in viaggio.
Io l'ho fatto, e voi?

venerdì 17 settembre 2010

Radici


Sono polline nel deserto
speranza disillusa
di germoglio infinito.
Sonia Ognibene

martedì 14 settembre 2010

La parte più bella di un viaggio è il ritorno a casa

Da domani si ricomincia e lascerò così la mia locanda per un paio d’ore. Ritroverò facce conosciute e ne scoprirò di diverse. Mi imbatterò in nuovi ostacoli, nuovi traguardi, nuove sfide che non sempre vorrò fronteggiare, lo so.
Ma voi statemi accanto e sarà bello ritornare qui, accolta dalle vostre parole e da una tazza fumante di buon tè con pasticcini al burro.
...Potremo parlare di libri e ascoltare jazz tutta la notte.

domenica 12 settembre 2010

Sabbia tra le dita

La vita è una girandola di facce, conoscenze più o meno approfondite che si accavallano incessantemente senza lasciare che un vago, spesso inutile ricordo. Di individui essenziali e imperdibili, pochi. Pochissimi.
Ma tutto è sabbia tra le dita, acqua che scorre senza fine, inquieto passaggio che conduce in ogni caso all'altra riva.
Non possiamo possedere null'altro che noi stessi... impariamo ad amarci.

giovedì 9 settembre 2010

Fantasmi fuori e dentro di me

Cari avventori, un nuovo progetto (e altri 3 in stand by) per dare una sferzata di energia alla mia vita e magari anche per trasformare la mia creatività in gratificazione economica... che non guasterebbe.
Esco dalla locanda, mi siedo su una panchina e penso, organizzo, cancello e riscrivo. So solo che questa volta sarà un giallo venato di atmosfere gotiche. Ma sarò in grado di scrivere qualcosa di buono? Se questo progetto (che non sarà un romanzo) andrà in porto sarete i primi a saperlo.
Sfortunatamente altri pensieri, insicurezze, fantasmi mi prendono la mente, portandomi lontano dalla realtà.
Ma l'erica è troppo lussureggiante perché io mi lasci soggiogare completamente.
Devo bastare a me stessa, mi ripeto. Devo bastare a me stessa.

martedì 7 settembre 2010

New York: secrets no more!

Ebbene sì, detto - fatto. L’ho preso e l’ho sbocconcellato con goduria in pochi giorni, trovandolo anche più accattivante de I segreti di Londra, sì, perché paragonata alla lunga e ricca tradizione di Londra, la città di NY è pressappoco una neonata da svezzare e il processo di immedesimazione con gli uomini (spesso personaggi) che hanno fatto di lei ciò che è, nel bene e nel male, è immediato ed empatico.
Questo saggio ha il sapore delle foto ingiallite delle nostre nonne e bisnonne, dei volti in bianco e nero carichi di speranza prima di imbarcarsi per la “terra promessa”, sa di valigie chiuse con lo spago che anch’io ho avuto modo di vedere da piccola (retaggio di un passato ancora più recente), sa di quel divismo hollywoodiano che ormai non esiste più perché soppiantato dai corpi nudi in mostra un tanto al chilo e dalla onnipresente realtà virtuale, sa di un tempo in cui la pittura poteva ancora serbare il sentore della scoperta, del nuovo che abbaglia e porta alla perdizione, ha il sapore dello swing che dalle bettole fumose si trasferisce ai piani alti della musica “che conta”.
Sa di sogno.
Così, se mai ci andrò un giorno, non voglio più arrivare sull’isola a bordo di un aereo, ma avvicinarmici pian piano, come fecero i miei zii prima che io nascessi (e lo stesso Augias) a bordo di una nave.
Voglio andarle incontro, catturata dalla potenza simbolica della Statua della Libertà e da quello skyline che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sognato di poter sfiorare con le dita protese all’orizzonte.