martedì 30 marzo 2010

Per te questo e altro

Quando ho cominciato a leggerlo seduta sull'erica non sapevo dove mi avrebbe portata. Ora lo so.
Ho attraversato l'Afghanistan ancora una volta, e ancora una volta ho sentito i suoi profumi, ho solcato il suo cielo a bordo di un aquilone, ho ascoltato la melodiosa preghiera verso La Mecca; poi ne ho avvertito il terrore, la violenza, la povertà, l'infanzia negata, il nonsenso durante l'occupazione dei Russi prima e l'insediamento dei Talebani poi.
Ho pianto a lungo perché l'uomo pervaso dall'odio, dalla brama di potere, dalla concupiscenza è molto più feroce di quanto qualunque immaginazione possa concepire.
Ho scoperto che nella mia vita avrei voluto avere un amico come Hassan e un padre coraggioso come Baba.
Ho capito da Amir che, per quanto i nostri errori possano essere imperdonabili, c'è sempre una possibilità di riscatto, una chance per diventare creature migliori e tornare a VIVERE.

Allora, tashakor Khaled jan.

lunedì 29 marzo 2010

FAI di una domenica qualcosa di speciale

Ieri, in occasione della giornata del FAI, ho lasciato la brughiera per un paio d'ore in compagnia di due care amiche, E. e G.
Ci siamo ritrovate, così, sotto l'imponente facciata della Chiesa di San Giovanni dopo l'avvenuto restauro e l'abbiamo visitata grazie all'aiuto dei volontari (un po' impacciati, in verità, ma informati).
Poi ci siamo incamminate verso l'annessa biblioteca e... ammutolimento, stupore: mi sono sentita del tutto frastornata nel vedere volumi del 1300 e 1500 in scaffali del 1600, in quelle sale con volte a crociera riccamente affrescate sulle tonalità del verde.
Che dire? Avrei voluto metterci una tenda e farne la mia nuova dimora.
All'ultimo piano del palazzo, poi, enormi finestroni su ogni lato ci hanno regalato una visione a 360° della città illuminata e scaldata dal sole.
Neanche una nuvola di passaggio, solo la consapevolezza della ritrovata primavera e un desiderio irrefrenabile di cantare a diaframma spiegato: "Vissi d'arte, vissi d'amore...".


giovedì 25 marzo 2010

Scrittrice... portatile

Un gruppo di attori amatoriali capitati qui in locanda mi ha chiesto di scrivere per loro una commedia, una blogger giunta in brughiera per vie traverse mi ha chiesto invece di scrivere in collaborazione un audiodramma, e io non riesco neppure a completare il mio ultimo romanzo per bambini.
Occorre una buona dose di auto-disciplina, unita ad una nuova sferzata di energia e consapevolezza per portare a termine il mio libro e provare a cimentarmi negli altri progetti, per me assolutamente nuovi.
Ma le sfide mi piacciono e conto di buttarmici a breve.
Mi manca solo un piccolo portatile, però, da portare con me ovunque, anche a letto, per approfittare di ogni momento buono e lasciar sfogo alla mia creatività, troppo spesso imbrigliata dagli impegni, dagli eventi e dalle fonti di distrazione innumerevoli e continue.
Riuscirò a trovarlo a un prezzo non stratosferico? Me lo auguro di cuore.

martedì 23 marzo 2010

In versibus veritas


La politica

Ner modo de pensà c’è un gran divario:
mi’ padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;

de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so’ monarchico,
ar contrario de Ludovico ch’è repubblicano.

Prima de cena liticamo spesso
pe’ via de ’sti princìpi benedetti:
chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so’ cotti li spaghetti
semo tutti d’accordo ner programma.

Trilussa

domenica 21 marzo 2010

Un aquilone bianco

Mi sono alzata molto presto questa mattina.
Il sole si nascondeva, ma io mi sono incamminata ugualmente nella brughiera col fedele BonTon al mio fianco.
Ho sostato in preghiera nella chiesa dai lastroni in pietra grigia, già aperta per celebrare il “settimo giorno” e all’uscita mi sono seduta sull'erica del pendio più alto e ho pensato che voglio essere un aquilone, sì, un aquilone bianco, per volteggiare sfidando il vento, ma con un occhio a quel filo che mi tiene legata alla terraferma.
E allora ho preso dalla sacca “Il cacciatore di aquiloni” e ho cominciato la mia nuova avventura:
Sono diventato la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. E’ stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente…”.
Chissà dove mi porterà.

venerdì 19 marzo 2010

Padri...

Ai padri biologici, a quelli putativi,
ai padri che avrebbero potuto esserlo
e a quelli che non lo sono ma sono molto più paterni di chi lo è.
A tutti voi l'augurio di VIVERE i vostri figli,
perché il tempo non torna
ma basta anche un solo gesto di vero amore
per riannodare i fili spezzati dall'egoismo.

giovedì 18 marzo 2010

Sono tornata

Ho percorso il viottolo che conduceva alla mia locanda e mi è parso irreale trovarmela di fronte solida e possente, al contrario delle mie certezze.
Sono entrata e ho sentito il calore dei miei insostituibili avventori, voi, che mi avete accarezzato l’anima con commenti, mail e messaggi.
Vi ringrazio profondamente e, senza alcuna falsità, posso dirvi che mi siete mancati molto.
Magari avessi potuto portarvi con me, là, dove gli eventi mi hanno costretta a stare.
No, non sono andata via perché ero confusa o stanca del blog e di voi, e la mia breve (ma infinita per me) partenza non è stata piacevole affatto, ma ora sono qui. Di nuovo in questo spazio dove mi rifugio quando tutto è intollerabile o troppo doloroso.
Non riuscirò ancora ad accogliervi come una perfetta padrona di casa ma, come ho detto, sono qua: ancora in piedi e ancora con un sorriso.
Vi lascio abbracciando ciascuno di voi con riconoscenza e affetto infiniti.

mercoledì 10 marzo 2010

Via da qui... ma non da voi

Cari amici, ormai posso a pieno titolo chiamarvi così,
mi assenterò per un po',
forse solo un paio di giorni o forse di più.
Se vorrete farmi compagnia con i vostri commenti o messaggi
mi farete felice.
Io li pubblicherò, ma rimanderò le risposte a tempi migliori.
Quando il sole tornerà a splendere.
Spero prima possibile.
Vi voglio bene.

domenica 7 marzo 2010

Ma che cosa c'è da festeggiare?

Dedico questo romanzo alle donne di qualunque età
e di qualunque nazionalità
perché imparino il coraggio,
e agli uomini perché imparino la vergogna.

martedì 2 marzo 2010

L'importanza di "mostrare"

Uno scrittore non racconta semplicemente.
Uno scrittore mostra. Mostrare significa evocare sensazioni, emozioni, profumi, colori, immagini come fossero concrete, vivide, più che reali.
Mostrare è un'abilità che si acquisisce nel tempo, osservando, assaporando le parole sulla lingua, rielaborandole attraverso la penna.
Ed è proprio questa abilità che distingue gli SCRITTORI (anche se non pubblicati per svariati motivi) dai cronisti.
Leggete qua:

"Lei non sapeva cosa pensare. Alla fine se ne andò sbattendo la porta, lasciandolo nella stanza al suo lavoro schifoso."

"Forse la convivenza non è stata una buona idea... o forse sì? Non sarebbe stato meglio un matrimonio vero, con tanto di velo, pizzo, fiori e marcia nuziale?" - rimuginava tra sè.
L'acre olezzo del sigaro, penzolante dalle labbra di lui, la fece rinsavire. "Eccolo lì" pensò "imperterrito alla sua scrivania, sempre immerso nelle sue cause, sempre lontano dalla vita vera, da noi due."
Tutto le fu chiaro finalmente: rigando volutamente il parquet con l'imperiosa marcetta dei suoi tacchi a spillo, imboccò la porta sbattendola dietro di sé."

Superfluo aggiungere che le due versioni dicano essenzialemente la stessa cosa, ma che la seconda versione non sia minimamente paragonabile alla prima.
Ricordate: non conta tanto la storia in sé ma il modo in cui la storia viene narrata, perciò mostrate, mostrate e ancora mostrate se volete diventare degli scrittori degni di questo nome!