venerdì 25 febbraio 2011

Inno alla stupidità



Chi non conosce la verità è uno sciocco,
ma chi, conoscendola, la chiama bugia,
è un delinquente.
(... mi ricorda tanto "qualcosa")
Bertolt Brecht


Ci sono scemenze ben presentate
come ci sono scemi ben vestiti.
(... tanti, troppi ben vestiti)
Nicolas de Chamfort


La differenza tra un genio e uno stupido
è che il genio ha dei limiti.
(... senza parole)
Anonimo


Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci.
I restanti sono capaci di tutto.
(... lo stiamo vedendo proprio in questi giorni)
Boris Makaresko


Un cretino è un cretino.
Due cretini sono due cretini.
Diecimila cretini sono un partito politico.
(... anche meno di diecimila)
Franz Kafka


In politica la stupidità non è un handicap
(... ce ne siamo accorti)
Napoleone I

martedì 22 febbraio 2011

Elogio della lentezza

Ho rallentato i miei tempi: in locanda, in brughiera.
Il mio corpo e la mia mente hanno detto: "Basta! Lascia che il mondo se la cavi da solo, qualcun altro se ne occuperà per te."
Ed è vero: non sono indispensabile. Domani sorgerà di nuovo il sole e lo farà a prescindere da me, se da oggi non scrivessi più una sola sillaba nessun potenziale lettore si fustigherebbe, se superassi l'esame FCE nessun lavoro mi attenderebbe impaziente, se non riuscissi a scrivere quell'articolo nessun direttore si strapperebbe le vesti.
E allora tanto vale che mi riappropri del tempo. Posso lavorare, leggere, scrivere, studiare, ma con la calma che invece mi sono negata per troppo tempo. E, soprattutto, basta con le domeniche piene di lavoro al PC, impegni, favori da fare. Non chiedo che qualcuno faccia qualcosa per me, ma almeno che mi lascino fare ciò che mi fa star bene, ciò di cui ho bisogno.

Passeggio spesso per la brughiera in queste ultime due settimane. Sentire il freddo, il caldo, il vento e la stanchezza mi rigenera. E' uno dei modi per dire alla vita che l'amo... finché ne avrò.

mercoledì 16 febbraio 2011

Ma "quelli" hanno mai letto questi versi?


E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri
e degli inviti
fino a farne una stucchevole estranea.

Konstantinos Kavafis

martedì 15 febbraio 2011

Sì, sono una donna faziosa!

Domenica mattina ho lasciato la locanda e sono andata al mare. Arrivata a ridosso della spiaggia, ho iniziato a correre fino alla battigia. Il mare era uno specchio grigio-celeste immobile, senza la minima increspatura... pagherei oro per vederlo così in estate. Ho immerso le mani nell'acqua: era gelida e pura. Ho respirato la salsedine e ho cominciato a camminare lambendo l'acqua con le scarpe. I gabbiani spezzavano il silenzio con i loro strilli concitati, svolazzando sui frangiflutti.
Non avrei voluto mai più prendere la via del ritorno.
Ma poco dopo essere tornata in locanda, ne sono uscita nuovamente: mi aspettava la Giornata di Mobilitazione Nazionale "Se non ora, quando?". Pensavo che saremmo state tutte donne e in numero esiguo per di più, e invece mi sbagliavo: la piazza si è riempita anche di uomini degni di questo nome. Davanti e intorno a me avevo "sorelle" giovani e meno giovani, donne segnate dalla vita e dalla precarietà, donne intelligenti e donne meno fortunate, ma tutte consapevoli di essere una risorsa insostituibile e vitale per le famiglie, nelle attività di volontariato, sul lavoro.
Tutte noi eravamo in quella piazza per estirpare alla radice l'aberrante idea che dare in pasto il proprio corpo ai potenti di turno sia "cosa buona e giusta"... tanto "così fan tutte".
Eravamo lì non solo per le nostre figlie, nipoti, alunne ma anche come monito per gli uomini di domani, per i futuri padri: "PRENDETE LE DISTANZE DA CERTI MODELLI! POSSIAMO CRESCERE SOLO RISPETTANDOCI RECIPROCAMENTE!".
Perciò, se credere nel valore sacro della dignità e del valore umano, dell'uguaglianza dei sessi e del rispetto reciproco vuol dire essere faziosi, ebbene, allora io lo sono: faziosa, faziosa, faziosa!


lunedì 7 febbraio 2011

martedì 1 febbraio 2011

E tu, renderai la tua vita un poema di bellezza?

Il romanzo a quattro mani continua. Accumulo stanchezza, accompagnata da euforia e pacatezza. Ho diversi impegni in sospeso ai quali devo ottemperare assolutamente.
Ma le giornate in brughiera sono lunghe e scure in queste ultime settimane: pioggia e fango ovunque e pochi avventori decisi a farmi compagnia nelle ore pomeridiane e serali, a discutere di qualche romanzo, ad assaporare l'incanto di un verso.
A volte mi sento anch'io lo stralcio di una poesia: vago nella memoria di un ricordo lontano o recente, senza colmare il richiamo del cuore e come dice Susanna Tamaro in Ascolta la mia voce, sono "come un viandante che aspetta un autobus seduto a una fermata nel deserto, senza sapere che quella linea è stata soppressa da anni."

Voglio diventare poesia piena, compiuta, non accozzaglia di singoli versi.