lunedì 26 dicembre 2011

Feste natalizie in locanda

Al di là degli auguri di serenità, prosperità e gioia che molti dispensano senza alcuna reale convinzione, mi auguro davvero che nei giorni a venire (quando le luci si spegneranno e gli addobbi rimossi faranno tornare le nostre case spoglie come i nostri cuori) possiate avere sempre un pasto caldo, un tetto sulla testa, energie e coraggio per affrontare le asperità del cammino, la solidarietà delle persone vicine e lontane, il sorriso di un amico e anche l'aiuto materiale di un amico, perché le parole senza le opere valgono ben poco. 
A voi tutti, che penso sempre, visito e commento quando mi è concesso, auguro la Luce della Speranza.
La vostra fedele locandiera

lunedì 19 dicembre 2011

Ne ho indossata una sola...

Ho saltellato qua e là tra i vostri blog, in qualche modo ho scostato le porte delle vostre dimore e affacciandomi ho catturato alcuni istanti che vi appartengono, in altre vi ho trovato ristoro prima di riprendere il cammino. Quasi ovunque fermento e preparativi per il Natale. In locanda, no: poco fermento, qualche decorazione e un alberello con presepe a testimoniare l’avventura di Nostro Signore su questa Terra trafitta e confusa, banalmente deviata dall’orrore e dal brutto estetico, immanente e finanche metafisico. No, non sono affranta e neppure scoraggiata. Tutt’altro.
Ho frugato nelle emozioni e ho rinvenuto perle screpolate dallo scorrere del tempo e annerite dal mio uso maldestro. Avrei potuto riporle, tanto (brutte com’erano) non le avrei indossate di certo. Invece le ho poste davanti a me e, con un panno umido, le ho lisciate pazientemente una ad una; la patina opaca ha pian piano lasciato il posto a un lucore argenteo. Alla fine della mia impresa non le ho infilate per indossarle tutte. Ne ho preso una sola, quella trovata in fondo e che mi è costata più fatica far risplendere. E l’ho indossata.
Proprio come per Griet*, mi costerà dolore e lacrime indossarne un’altra, ma non subito, non ora, e soprattutto non per imposizione di qualcuno.


*Griet è la modella dipinta nel quadro “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer, nata dalla penna di Tracy Chevalier.

martedì 6 dicembre 2011

Sssssst... basta parole

Sarà la foschia che incombe sulla brughiera, saranno i vetri cosparsi di gocce e vapore, sarà il suolo viscido di fango e foglie, ma la malinconia mi è saltata addosso come un abito troppo ingombrante. Ho sbocconcellato un po’ di pane e formaggio e mi sono scaldata al fuoco della stufa. Non ho voglia di tornare fuori, a dispensare formalità e conversazioni coatte. Ma devo farlo.
Devo, devo, devo.
Tutti noi dobbiamo sempre far qualcosa e ciò che vorrei davvero è solo il calore di un abbraccio autentico. Sono stanca anche di parole. Il silenzio, a volte, è dialogo profondo, melodia rigeneratrice.

Allora… silenzio. Vi sto abbracciando.

venerdì 2 dicembre 2011

Siamo messi proprio bene...


"La differenza tra la letteratura e il giornalismo?
Il giornalismo è illeggibile
e la letteratura non è letta."

(Oscar Wilde)