martedì 27 gennaio 2015

Historia magistra mortis


Nel 2006 andai a Dachau e quel silenzio, i volti in bianco e nero nelle testimonianze fotografiche, le latrine, il piazzale delle esecuzioni mi sono rimaste incollate addosso come una seconda pelle. Non posso dimenticare e non voglio dimenticare. Poi osservo il mondo e vedo che le atrocità di un tempo si perpetuano ancora ai giorni nostri, dove i figli delle vittime di un tempo hanno obliato a loro volta l'umana pietà, dove ognuno, con tanto di etichetta, è contro qualcun altro solo perché di religione, nazionalità, orientamento sessuale, colore della pelle, sesso, cultura, ceto diverso dal proprio. Non impareremo mai. 

Storia maestra di morte.

6 commenti:

UIFPW08 ha detto...

Quando la storia lascia il segno difficile è dimenticare.
Il mio abbraccio
Maurizio

Sonia Ognibene ha detto...

Ma solo i puri di cuore ricordano...
ti abbraccio anch'io.

Patalice ha detto...

non si può togliere quel segnalibro dalla pagina di stori che parla di olocausto.
questo è assoluto

Sonia Ognibene ha detto...

Vero, Patalice. E' orrore allo stato puro.

happy runner ha detto...

Dal primo giorno che ho messo piede nella locanda, ricordo che mi facesti togliere le scarpe piene di mota dopo la corsa in brughiera, da subito ho compreso che, per quanto fuori dal mondo, non era un luogo quello per dimenticare.
Tu non dimentichi ed io te ne sono grato.

Happy runner

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie a te, Happy Runner. La priorità nella mia vita è restare "umana".