martedì 30 novembre 2010

Se rinasco divento violino, sassofono, pianoforte...

Ah la musica, la musica che inchioda, strazia, spiazza, esalta, sommuove e commuove!
Beh, questa ho avuto modo di ascoltare oggi a scuola: c’è stata, infatti, una lezione-concerto tenuta da un professore esterno, alquanto arguto e coinvolgente, che ha guidato un’orchestra di 20 elementi, tra accenni di ballo, battute verbali e a tempo di musica con mani e piedi.
Il tema è stato il ritmo che, coinvolgendo i sensi, ci porta a muoverci, a danzare.
Siamo partiti dal ritmo puro delle percussioni, per poi passare a quello della musica rinascimentale, ai ritmi più recenti delle ballate dell’area baltica, francese, alle danze irlandesi fino a quelle degli stati americani e poi… e poi sono dovuta andar via: le mie ore erano finite e il dovere mi chiamava altrove.
Ma sono felice, pienamente appagata che almeno per un po’ il tempo si sia fermato e che la melodia abbia inebriato corpo e anima grazie a quell’afflato magico che solo le note sanno produrre in modo tanto immediato e travolgente.

domenica 28 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

Romanzo a quattro mani: e perché no?

Ebbene sì, ieri sera sono arrivati in locanda alcuni avventori per scaldarsi al fuoco del camino e mangiare qualche tartufo al cioccolato fatto con le mie mani.
A. mi ha chiesto se stessi mantenendo la promessa di qualche giorno fa, contenuta nel motto Di tutto un po' e io ho risposto entusiasta:
-Ma certo!
-Bene, anche un po' al giorno e vedrai che alla fine dell'anno il tuo libro sarà a buon punto.

A. sta adottando il mio stesso metodo e abbiamo deciso anche di scrivere un romanzo insieme: l'idea generale della trama è mia, ma A. mi aiuterà a sistemarla, poi ciascuno di noi avrà un personaggio da delineare. Avremo una tabella di marcia da seguire per evitare lungaggini e incastrare al meglio i nostri personaggi.
In due, se c'è feeling, si lavora meglio e soprattutto non ci si perde, non ci si abbatte, si superano gli ostacoli e si trovano le soluzioni.
Speriamo che venga fuori qualcosa di bello e soprattutto di divertente, sì, perché il romanzo vuol essere, perdonate il neologismo, "ironicomico".

Mi sento piena di energia ed entusiasmo. Sento che ce la farò.

martedì 23 novembre 2010

Celeste corrispondenza d'amorosi sensi


Sei profumo di pane appena sfornato
graffio di barba ispida
tocco di lino grezzo.

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Sonia Ognibene

venerdì 19 novembre 2010

Di tutto un po'

Dunque, dove eravamo rimasti? Sì, che erano giorni concitati e che anelavo alla pace perfetta. Beh, ho finalmente preso alcune decisioni, diciamo che mi sono riappropriata un po' più della mia vita acquistando la chiara consapevolezza di una cosa: se aspetto di avere dei pomeriggi liberi, anche una sola ora libera, per poter scrivere, posso star sicura che non scriverò mai più nulla; se mi aspetto di scrivere in maniera perfettamente strutturata e con i sinonimi al posto giusto, posso tranquillamente dire addio alla mia passione.
Allora? E allora devo fare ogni giorno un passettino, anche ridicolo, ma un passettino... che ne so... riesco a scrivere solo 5 righe? Va bene, saranno solo 5 righe. Il paragrafo è scritto da far piangere? Va bene, farà piangere... MA... la mia storia sarà andata avanti e arriverà a una conclusione. D'accordo, il lavoro di revisione sarà di quasi totale riscrittura MA... avrò concluso la mia storia.

Da ieri pomeriggio, quindi, ho proclamato un nuovo motto: Di tutto un po', perché, udite udite, non solo mi dedicherò alla scrittura tutti i giorni, ma anche a tutte le altre attività, incombenze e doveri che ho l'abitudine di procrastinare a tempi migliori.
Fatemi un sonoro in bocca al lupo e... vi aggiornerò sull'andamento del romanzo e della riconquistata pace.
Ah, dimenticavo, la locanda resterà aperta comunque!

lunedì 15 novembre 2010

Lontana dal mondo, lontana da me

Sono giorni concitati questi, giorni di insalate col tonno, di macchina senza ripresa in seconda, di sorrisi da lontano, di panni stesi e ondeggianti al vento, di spuntini ignorati e di libri condivisi.
La mente che vaga senza meta e i sogni ancor più confusi del reale.
E io che anelo alla pace perfetta.

Chiudo la locanda questa sera: ormai è tardi e nessuno mi farà compagnia.
La brace nel camino è sopita, come le mie forze.

sabato 13 novembre 2010

Castagne, polenta e vino novello

Sarà la sinusite, sarà la cervicale, sarà che ho bisogno di mettere tutto in stand by, ma stasera andrò via dalla locanda per un po' perché le cantine sparse per la brughiera stapperanno vino novello e spargeranno caldarroste dal profumo sublime.
Chi vorrà potrà mangiare polenta al caldo, oppure fuori, sotto le stelle, imbacuccati in soffici piumini.
E poi ci sarà la musica... il rock che scalda e fa vibrare le anime.

Sarà una serata diversa: di condivisione, semplicità.
Buona serata a tutti voi, amici miei.

mercoledì 10 novembre 2010

10.000 in mezzo alla brughiera

Solo l'anno scorso scrivevo nel mio primo post:
"Giungere alla mia locanda non è semplice.
Non la troverete in nessuna mappa,
in nessuna guida stradale.
Neppure il navigatore satellitare potrà dirvi dov’è.
Quando nel vostro percorso raggiungerete purezza di cuore,
leggerezza di spirito e vastità di vedute,
allora, e solo allora, ve la ritroverete davanti.
Qui il tempo si ferma.
In mezzo alla brughiera riassaporerete la vita."
Vi siete fermati e alcuni tra voi mi hanno scelta
come amica e confidente,
altri si sono fermati solo per un tè
e poi hanno ripreso il cammino.
Ora posso dire che in tanti avete scelto
di farvi strada in mezzo alla brughiera
per condividere sapere e sensazioni:
10.000 visite e non mi sembra ancora vero.
Grazie, e alle prossime 10.000
se deciderete di restarmi accanto.

martedì 9 novembre 2010

Il potere della biro e del fango

Scusate, ma devo ancora riprendermi dopo aver ascoltato Saviano ieri sera.
Di solito quando le parole di qualcuno mi scavano dentro una voragine non ho neppure frammenti di parole da bisbigliare. Solo silenzi.
Ero inchiodata, ieri. Immobile tra agonia , rabbia e... speranza.
Sì, nonostante tutto, speranza, perché fin quando ci saranno individui coraggiosi come Saviano ed eterei come Benigni potrò ancora credere nella dignità e nell'intelligenza degli uomini.

Il video, se volete è qui accanto.

lunedì 8 novembre 2010

Quando l'allitterazione... va a nozze

L'allitterazione è una figura retorica che mi ha sempre incuriosita, così l'altra sera io e 8 avventori, mentre ci deliziavamo al tepore del camino, abbiamo ricordato alcuni esempi di allitterazioni famose, tra cui:

"E nella notte nera come il nulla..." (Il tuono - Giovanni Pascoli)

"...ti sien come il fruscìo che fan le foglie" (La sera fiesolana - Gabriele D'Annunzio)

(e quella che in assoluto preferisco) "E caddi come corpo morto cade" (Divina Commedia -Inferno - canto V).

A un certo punto ho detto:
-Ma abbiamo anche lo slogan di un vecchio spot che ricordiamo ancora oggi per la divertente allitterazione ritmica! Sapete dirmi qual è?
-Dacci almeno qualche indizio, di che prodotto si trattava?
- Di una merendina..."
E allora subito hanno cantato in coro:
"Fiesta, ti tenta tre volte tanto!"
"E bravi i miei ospiti, vi siete meritati un'altra fetta di torta all'amaretto!"

Poi abbiamo deciso di inventarci dei versi con allitterazioni di sillabe o lettere iniziali.
Questo qui sotto è il mio esperimento, con allitterazione della lettera v nei versi pari e della lettera s per quelli dispari:

"Vaporosi veli volteggiano al vento,
sul sagrato a sospirar lo sposo
vede la virginea veste
e il sorriso suo suadente.
-Vienimi vicino virgulto di viole
e stenderò su te soffici sete e splendidi smeraldi."

E' il caso di dire che qui l'allitterazione ci va proprio a nozze.

;-D

giovedì 4 novembre 2010

La mia anima come brughiera sconfinata


Non ci sono muri troppo spessi,
né catene troppo grosse
che possano intrappolare i miei sogni.
La mia anima sarà sempre libera.
Sonia Ognibene

martedì 2 novembre 2010

Sbucciare pensieri come castagne

Sono in locanda, accanto al fuoco, con BonTon assopito sul tappeto e un cesto di caldarroste sul tavolino. Mi fa compagnia A.,un avventore di rara intelligenza e profondo sentire.
Sbucciamo pensieri come castagne che scottano le dita, ne assaporiamo il calore e la delicatezza.
Siamo anime affini, potremmo anche trasformarci in tizzoni ardenti, senza orecchi né lingua, e ci capiremmo ugualmente.
Infatti, più sentiamo le pessime boutade di certi politici, i vuoti cerebrali di certi "personaggiucoli" televisivi e vediamo lo squallore di certe strade scambiate per orinatoi o discariche, maggiore è la nostra urgenza di bellezza e interiorità che non ammette proroghe.
Entrambi conveniamo che se continueremo a lasciarci circondare dal brutto, dalla volgarità, dal fasullo, le nostre menti non saranno più in grado di riconoscere la bellezza e di generarla.
Troppi, oggi, reputano bello un corpo scolpito (in modo inumano) da botulino e silicone, bella la posticcia sordidezza delle feste cui partecipa la "bella gente" (cioè quella che si fa di cocaina, mercifica il sesso, scialacqua il denaro senza rispetto per chi quel denaro se lo conquista rischiando la vita tutti i giorni), belle le costruzioni trasudanti eccessi negli arredi al limite del grottesco, bella la fama per meriti inesistenti, ingiustificati, se non riprovevoli.

L'unica consolazione, cari avventori, è che almeno qui in locanda potete abbeverarvi alla fontana della bellezza.
Ed ora vi lascio: stiamo per gustarci una tazza di tè profumata da un goccio di rum, se volete ce n'è anche per voi.
Vi aspetto, amici miei.