lunedì 22 febbraio 2010

Si dice...Aigor

In locanda ieri, tra biscottini al burro e crema catalana, ci siamo confrontati sulla scrittura comica.
- Quanti di voi pensano che sia semplice scrivere cose divertenti? - ho detto io sperando in un silenzio tombale.
E in parte sono stata accontentata perché solo un avventore, il signor Vladimiro, mi ha detto:
- Non è semplice ma... abbastanza semplice, sì.
Il caro signor Vladimiro non ha potuto aggiungere altro perché è stato sommerso dalle urla di dissenso degli altri ospiti che per la foga sputavano frammenti di biscottini al burro tutt'intorno.
Ho invitato alla moderazione e ho chiesto a Vladimiro perché mai pensasse fosse abbastanza semplice.
- Perché per delle battute idiote non serve mica andare all'università. - mi ha risposto.
- E se le dicessi che in America ci sono dei corsi che insegnano proprio la scrittura comica, lei ci crederebbe?
- In America si bevono proprio tutto... - ha risposto dondolando la testa.
Gli ospiti hanno sorriso e io ho detto:
- Non ha tutti i torti, lo sa? Ma mi ascolti bene... c'è un tizio, un certo John Vorhaus, che ha scritto un saggio illuminante: "The Comic Toolbox: How To Be Funny Even If You Are Not".
Grazie a questo saggio non occorre più avere un senso dell'umorismo particolarmente spiccato per cimentarsi in scritture comiche perché l'autore dà, a TUTTI, gli strumenti e i suggerimenti giusti per farlo!
- Senti, senti... com'è? Raccontaci! - ha detto Roberta.
- Be', innanzitutto Vorhaus parte da un'affermazione chiara che potremmo definire un assioma: la COMICITA' è VERITA' e DOLORE.
- In che senso?
- Nel senso che spesso si ride perché qualcuno, anche raccontando una semplice barzelletta, ci mette davanti delle verità dolorose che abbiamo sperimentato o sperimenteremo nella vita.
I tanti monologhi di alcuni comici di Zelig sul rapporto tra i sessi, infatti, fanno proprio emergere una di queste verità: i due sessi sono pieni di difetti e poco compatibili. Sentite qua:
Adamo chiede a Dio: "Dio, perché hai fatto le donne così morbide?"
Dio risponde: "Per fartele piacere".
Adamo: "Dio, perché hai fatto le donne così calde e affettuose?".
Dio: "Per fartele piacere".
Allora Adamo chiede: "Ma Dio, perché le hai fatte così stupide?"
E Dio risponde. "Per fare in modo che tu gli piacessi".

- Ben detto! - ha esclamato Yvonne.
- Guarda che la donna non ne esce mica bene! - ha replicato Vladimiro.
- Vladimiro ha ragione, sta proprio in questo la verità e il dolore. Comunque, Vorhaus va avanti e parla di premessa comica, frattura tra realtà comica e realtà vera, proponendo una serie di esercizi interessanti. Poi elenca 3 tipi di conflitto comico: l'uomo contro il mondo, l'uomo contro gli individui, l'uomo contro se stesso, quello più divertente. E anche in questo caso ci sono degli esercizi da sperimentare per mettere alla prova le nostre capacità comiche.
Poi ho fatto passare il libro tra i tavoli, che ha rischiato più volte di inzaccherarsi con la crema catalana, e tutti si sono detti pronti per questa nuova avventura.
E anche a voi dico: acquistate questo saggio nella versione italiana: "Scrivere il Comico" della Dino Audino Editore e fate esplodere l'umorismo che avete dentro.
Credetemi, sarà un'esperienza travolgente.
Io grazie a questo saggio ho scritto il soggetto per una sit-com. Chi l'avrebbe detto?

6 commenti:

Miriam ha detto...

Accipiccchia! Un libro per aprire un varco nella nostra testa e far esplodere l'umorismo, se è così efficace corro a cercarlo!
Magari uno(io per esempio) non sa di avere queste doti e poi scopre che in realtà non ha mai approfondito il discorso.
Sono consapevole però del fatto che non ho mai saputo raccontare le barzelle e le storie divertenti, che raccontate da altri facevano piegare in due dalle risate.
Ma penso che è un'arte e se uno non ce l'ha almeno come predisposizione, ha voglia a leggere libri o (peggio ancora) manuali... Il mio forse è un ragionamento troppo razionale e invece bisognerebbe avere un po' di sana leggerezza e lasciarsi un po' trasportare dalla voglia di sperimentare e giocare con situazioni nuove e anche sconosciute come quella del pensare in chiave umoristica la realtà.
Mi rendo conto che nel mio blog non parlo mai in modo divertente o che suscita la risata, forse sono troppo abituata a razionalizzare molte cose ed è già molto che parlo di emozioni...ma sono attratta da chi ha questo dono.
Sono convinta che la cura migliore per sconfiggere tanti problemi è proprio quella di FARSI UNA BELLA E SANA RISATA e possibilmente di contagiare una gran mole di persone!
Ciao Sonia, ottimo questo post, si presta a svariate riflessioni!!!
Bacioni!

Roberta ha detto...

Buongiorno mia cara.
Questa mattina il primo blog che ho aperto è stato il tuo e grazie perchè il tuo post sulla comicità, mi ha regalato un sorriso.
Non che non ce ne fosse stamattina - c'è sempre posto per un sorriso - ma il sonno e la stanchezza si sprecano.
Comunque grazie per i consigli, grazie per il sorriso e per la tua squisita crema catalana, una delle mie preferite. Il libro è davvero interessante e penso che lo comprerò (anche se ultimamente sto spendendo davvero tanto in libri) e appena posso tornerò a trovarti in brughiera.
Ti lascio, ho un corso da preparare per dopodomani e non ho sufficienti energie per farlo: penso che prima dovrò ricorrere ad un pò di cioccolata.
Un bacio grosso e una carezza a Manu.
A presto!

Sonia Ognibene ha detto...

Per Miriam: carissima, proprio nel secondo capitolo "La voglia di rischiare", Vorhaus dice, a chi è scettico sulla possibilità di scrivere cose divertenti perché non è mai stato un fine umorista, che bisogna rischiare, buttarsi senza paure, abbattendo quella razionalità (come dici tu stessa)soffocante. Occorre anche abbattere il nostro ipercriticismo.
Imparare si può ma non dobbiamo aspettarci di scrivere storielle umoristiche al primo colpo.
Gli esercizi del libro servono proprio a questo.
Mi auguro tanto che tu voglia provarci!
Grazie per i complimenti Miriam, sei sempre gentilissima.

Sonia Ognibene ha detto...

Per Roberta: è sempre un piacere averti in locanda, lo sai questo, no? Vieni pure quando vuoi.
Se hai delle preferenze, la prossima volta dimmi pure il dolce che vuoi e sarai esaudita.
Poi sono felice di averti regalato un sorriso in un momento di super lavoro per te in ogni campo.
Io non parteciperò al progetto al quale mi hai invitata per svariati motivi, ma ci sarò per te.
Sono arrivata a metà del tuo libro.
Baci anche alla tua famiglia.

parlacomeme ha detto...

è un episodio davvero sconosciuto, celato, anche in sardegna se ne sa molto poco, però e avvenuto, che bella scoperta questo blog!

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie a te perché mi hai aperto gli occhi su un evento tanto tragico.
Sono contenta che il mio blog per te sia una bella scoperta. Vienimi a trovare quando vuoi.