Giorni di topi in locanda (uno, spero), giorni di solitudine sospesi sul "che ne sarà di me?", giorni avvolti da speranze e attese che fanno passar la fame. Sì, sono circa due settimane che non ho appetito; nulla, neppure i croissant al cioccolato sembrano destare in me gioiosi appagamenti. Sono come fuori di me. La scrittura, la lettura, l'insegnamento, le mie relazioni sociali assorbono ogni fibra di me.
S. mi ha parlato per ore del suo cambiamento, della sua fiducia in questo futuro che ci ostiniamo a vedere nero perché ci spaventa la durezza e la paura del cambiamento, perché non siamo disposti a metterci in gioco! Invece possiamo diventare tutto ciò che vogliamo se SOLO lo desideriamo, se solo lavoriamo su noi stessi, indefessamente e con tutte le nostre forze.
L'ho adorato per questo.
La penombra della locanda ha accolto le sue parole, che ho visto librarsi intorno... per rimanervi sospese come i nostri corpi.
Altri due giorni e qualche cambiamento effimero ci sarà; intanto lavoro su me stessa, lavoro sulla positività: quella che in troppi hanno cercato di distruggere.