mercoledì 20 luglio 2016

Scrittori (Veri) Cercasi / (Authentic) Writers Wanted

Come ho scritto altrove qualche giorno fa, io sono una lettrice di bocca buona, nel senso che la spocchia non mi appartiene e non ho preclusioni di genere.  È vero, spesso alcune copertine melense o banali mi danno l’orticaria e pure i titoli non mi fanno presagire nulla di buono, ma è proprio quello il momento in cui comincio a leggere gli estratti (che Dio li benedica!) e, leggendo leggendo, mi rendo conto che la mia prima impressione era…  giusta! Sì, perché basta un capitolo o due per accorgersi che si è davanti al solito autore senza stile, tecnica narrativa e contenuti (e ovviamente mi guardo bene dall’acquistare il libro).

Ma il mondo è vario, lo sappiamo bene, per cui quello che io trovo noioso ha eserciti di estimatori ed estimatrici sparsi qua e là per il Pianeta.
Ora la domanda è: avere un copioso o medio seguito di lettori fa di quell’autore un autentico scrittore?
No, non credo proprio, ma va bene così. Dico davvero. Non possiamo essere tutti fuoriclasse, no?

Però, da autentica lettrice non posso accontentarmi di leggere una storia, ho bisogno che quella storia mantenga viva la mia attenzione, che mi trascini nelle sue ambientazioni, che mi solletichi tutti e cinque i sensi, che mi induca a riflettere, che mi accompagni negli anni a venire fino ad aver voglia di rileggerla, ancora e ancora.

Se le vostre letture non vi hanno mai fatto questo effetto, ebbene, non avete mai avuto tra le mani il romanzo di un vero, autentico scrittore. Fidatevi. Spesso ritorno a libri letti tanti anni fa. Sono quelli che non posso dimenticare, quelli che sembrano attuali seppure scritti in tempi lontani da noi. Qualche esempio? "Il fu Mattia Pascal", "La coscienza di Zeno", "La luna e i falò", "I miserabili"… ma anche in tempi più recenti "L’insostenibile leggerezza dell’essere",  l’opera omnia di Alice Munro e Raymond Carver. Davanti ad essi (e a molti altri) mi inchino.

Il problema, però, è che nel mare immenso dell’editoria c’è sovrabbondanza di banchi di piccoli pesci, meduse fastidiose e squali sanguinari che se ne fregano delle buone maniere. E da loro voglio stare alla larga.
Io cerco le luminose perle sommerse, la pacifica autorevolezza delle balene e dei capodogli, il guizzo leggiadro dei delfini, la varietà multicolore dei pesci tropicali.

Perciò ovunque voi siate, scrittori veri, nuotate fino a me ed io mi tufferò all’istante.


As I wrote some days ago, I am a reader without preclusions, arrogance is not mine. Well, some mushy or banal covers and titles often make me predict nothing good but, just in that moment, I start reading samples of the books (God bless them!) and, as I read, I realize that my first impression was… right! Yes, because reading one or two chapters makes us soon understand that we are confronted by a common author, without writing style, narrative technique or contents (and obviously I won’t buy the book).

But the world is diverse, we know it well, that’s why I’m bored because of books which are loved by army of admirers, scattered everywhere in the world.
But here's the question: does having a copious or even average following make the author an authentic writer?
No, I don’t think so, but it’s fine. I really mean it. We can’t all be top-class writers, can we?


Anyway, as an authentic reader I can’t be satisfied reading a simple story, I need story that captures my attention, leads me into its locations, tickles all five senses, brings me to reflect,  accompanies me in future years until I’ll want to reread it, again and again.

If you haven't felt emotions like that, well, you've never read  books by authentic writers. Trust me. I often go back to books that I read many years ago. They had been written by faraway authors but their stories are still relevant today. I can’t forget them. Some examples? “Il fu Mattia Pascal”, “ La coscienza di Zeno”, “La luna e i falò”, “I miserabili” … and in recent times “L’insostenibile leggerezza dell’essere” and all books by Alice Munro or Raymond Carver… I bow to them (and to so many others).
So the problem is that in the limitless sea of publishing there are millions of small fish, pesky jellyfish and bloodthirsty unpolite sharks. I want to be far away from them.
I always look for the shining submerged pearls, the peaceful authoritative whale and sperm whale, the flickering graceful dolphin, the multi-colored tropical fish.

So wherever you are, authentic writers, swim up to me and I’ll dive instantly.


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