Come
ho scritto altrove qualche giorno fa, io sono una lettrice di bocca buona, nel
senso che la spocchia non mi appartiene e non ho preclusioni di genere. È vero, spesso alcune copertine melense o
banali mi danno l’orticaria e pure i titoli non mi fanno presagire nulla di
buono, ma è proprio quello il momento in cui comincio a leggere gli estratti
(che Dio li benedica!) e, leggendo leggendo, mi rendo conto che la mia prima
impressione era… giusta! Sì, perché
basta un capitolo o due per accorgersi che si è davanti al solito autore senza
stile, tecnica narrativa e contenuti (e ovviamente mi guardo bene
dall’acquistare il libro).
Ma
il mondo è vario, lo sappiamo bene, per cui quello che io trovo noioso ha
eserciti di estimatori ed estimatrici sparsi qua e là per il Pianeta.
Ora
la domanda è: avere un copioso o medio seguito di lettori fa di quell’autore un
autentico scrittore?
No,
non credo proprio, ma va bene così. Dico davvero. Non possiamo essere tutti
fuoriclasse, no?
Però,
da autentica lettrice non posso accontentarmi di leggere una storia, ho bisogno
che quella storia mantenga viva la mia attenzione, che mi trascini nelle sue
ambientazioni, che mi solletichi tutti e cinque i sensi, che mi induca a
riflettere, che mi accompagni negli anni a venire fino ad aver voglia di rileggerla,
ancora e ancora.
Se
le vostre letture non vi hanno mai fatto questo effetto, ebbene, non avete mai
avuto tra le mani il romanzo di un vero, autentico scrittore. Fidatevi. Spesso
ritorno a libri letti tanti anni fa. Sono quelli che non posso dimenticare,
quelli che sembrano attuali seppure scritti in tempi lontani da noi. Qualche
esempio? "Il fu Mattia Pascal", "La coscienza di Zeno", "La luna e i falò", "I
miserabili"… ma anche in tempi più recenti "L’insostenibile leggerezza
dell’essere", l’opera omnia di Alice
Munro e Raymond Carver. Davanti ad essi (e a molti altri) mi inchino.
Il
problema, però, è che nel mare immenso dell’editoria c’è sovrabbondanza di
banchi di piccoli pesci, meduse fastidiose e squali sanguinari che se ne
fregano delle buone maniere. E da loro voglio stare alla larga.
Io
cerco le luminose perle sommerse, la pacifica autorevolezza delle balene e dei
capodogli, il guizzo leggiadro dei delfini, la varietà multicolore dei pesci
tropicali.
Perciò
ovunque voi siate, scrittori veri, nuotate fino a me ed io mi tufferò
all’istante.
As I wrote some days ago, I
am a reader without preclusions, arrogance is not mine. Well, some mushy or
banal covers and titles often make me predict nothing good but, just in that
moment, I start reading samples of the books (God bless them!) and, as I read,
I realize that my first impression was… right! Yes, because reading one or two
chapters makes us soon understand that we are confronted by a common author,
without writing style, narrative technique or contents (and obviously I won’t buy
the book).
But the world is diverse, we
know it well, that’s why I’m bored because of books which are loved by army of
admirers, scattered everywhere in the world.
But here's the question:
does having a copious or even average following make the author an authentic
writer?
No, I don’t think so, but
it’s fine. I really mean it. We can’t all be top-class writers, can we?
Anyway, as an authentic
reader I can’t be satisfied reading a simple story, I need story that captures
my attention, leads me into its locations, tickles all five senses, brings me
to reflect, accompanies me in future
years until I’ll want to reread it, again and again.
If you haven't felt emotions
like that, well, you've never read books
by authentic writers. Trust me. I often go back to books that I read many years
ago. They had been written by faraway authors but their stories are still
relevant today. I can’t forget them. Some examples? “Il fu Mattia Pascal”, “ La
coscienza di Zeno”, “La luna e i falò”, “I miserabili” … and in recent times
“L’insostenibile leggerezza dell’essere” and all books by Alice Munro or
Raymond Carver… I bow to them (and to so many others).
So the problem is that in
the limitless sea of publishing there are millions of small fish, pesky
jellyfish and bloodthirsty unpolite sharks. I want to be far away from them.
I always look for the
shining submerged pearls, the peaceful authoritative whale and sperm whale, the
flickering graceful dolphin, the multi-colored tropical fish.
So wherever you are,
authentic writers, swim up to me and I’ll dive instantly.
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