Proprio come quel "sabato del villaggio" ove la "donzelletta... reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare... dimani, al dí di festa, il petto e il crine".
Poi arriva l'inverno e "tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno".
Da qui vedo le foglie ammucchiarsi a ridosso della porta, sotto la finestra, ai bordi del vialetto, quasi cercassero, accartocciate fra loro, un po' di tepore.
Ci cammino sopra... mi piace sentirle crocchiare.
Domani il vento le trascinerà via e a me resterà solo il languore del loro incanto.
E ora vi lascio con questo pensiero di John Donne:
"Nessuna bellezza di primavera, nessuna bellezza estiva hanno la grazia che ho visto in un volto autunnale".