I tartufini alla ricotta e farina di cocco, passati nel cioccolato sciolto a bagnomaria, sono in frigo a rapprendersi. Aspettano chi vorrà gustarli con un bicchiere di tè fresco.
Intanto occhieggio dai vetri la brughiera illuminata dal sole e penso che sono tante, troppe le vite che sento scorrermi dentro. Fluttuano e si agitano come correnti impetuose di un fiume in corsa verso il mare, perché la vita è palpito, turgore di emozioni, strillo incontrollato, melodia agrodolce, terra bagnata di pioggia.
Mi giro inquieta, sempre, alla ricerca delle nuvole. A volte le afferro e ci salgo su. Da lì osservo il mondo decisa a non ridiscendere, poi mi sbilancio e capitombolo sullo stesso fazzoletto di brughiera.
Ma perché la mia penna non corre più spedita dei miei pensieri, perché non scava più a fondo della colpa?
4 commenti:
Che bel post, pieno di cose che vorrei saper afferrare ma in questo momento mi sento fortemente impedita...
Il tartufino, la brughiera , il sole , le nuvole....Non vedo, non sento , non capto..
Aspetterò, passerà...
Tu capti molto di più di ciò che credi. Sono momenti. Come hai detto tu: aspetta, che passerà.
Ciao carissima Nella.
Ho cercato di mettermi nei tuoi panni, di immaginare quel che hai scritto. Quiete e malinconia, ecco cosa ho sentito.
Un abbraccio
Manu
pensierinviaggioo.blogspot.it
Malinconia sì, ma più che quiete: smania. Grazie d'essere passata e benvenuta in brughiera, cara Manu! Spero di "rivederti"!
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