Accendo il camino, le coperte non bastano oggi in locanda. Ho caldo e freddo nello stesso tempo. La febbre mi scuote a ritmi alterni ma non mi fiacca. Avverto spasmi improvvisi e irragionevoli. Mi sento parlare da sola, in italiano, in inglese. Cerco di leggere un articolo della CBS, ma è stringato come tutti gli articoli dei quotidiani, e poi è tecnico e riesco a percepirne solo il senso generale. Sbiadito, direi.
Vorrei sentire una voce amica, ma non sarei in grado di occuparmi di nessun avventore. La signora Smith è lontana, ha lasciato la brughiera per trasferirsi da sua figlia a molti chilometri da qui.
Il mio kindle è zeppo di libri, ho terminato di leggere tre romanzi in circa tre settimane, o forse erano due, non lo so. Vivo attraverso le vite degli altri, vago dove loro vagano, soffro come loro soffrono e gioisco dove loro... no, nei libri non si gioisce quasi mai. Si è sempre un po' scazzati, perché la vita lo è.
Dal divano, sepolta sotto le coperte, intravedo i biscotti della signora F. ma non ho fame. Un senso di nausea mi pervade, una nausea oggettiva e traslata. Gli inutili, imbarazzanti, incolti sproloqui sui social mi disgustano. Ormai li supero a piè pari. C'è ancora qualcuno su questa terra che cerca di capire, di informarsi, di leggere, di attivarsi, di amare? Pensavo che gli sciocchi creduloni fossero solo i personaggi di qualche storia del passato e invece vedo orde di Calandrino beffati puntualmente e incessantemente da disonesti Bruno e Buffalmacco. E mentre il Mr B. americano fa leva sul razzismo imperante da sempre, anestetizzando coscienze ed esaltando idiozie, una parte del mondo gronda di sangue nel silenzio quasi assoluto.
Il cielo è coperto, il fuoco crepita, le membra dolgono.
Ho voglia di silenzio.