venerdì 8 maggio 2009

Il decalogo dello scrittore

Il sole continua a uscire allo scoperto in questi ultimi giorni e io ho spalancato la porta della locanda per lasciarlo entrare.
Ieri c'è stato un unico avventore a farmi visita: capelli biondi, occhi verdi, occhiali alla Harry Potter.
- Salve! - gli ho detto.
-Che bello! Finalmente ho trovato la locanda in mezzo alla brughiera! Sapesse da quanti anni la stavo cercando!
- Beh... come diceva Lucrezio: "La goccia scava la pietra". Ma dimmi, qual è la molla che ti ha portato fin qui?
- Forse la mia smania di scrivere, di trovare la chiave per raggiungere l'immortalità che solo i libri possono dare.
- Pensi che io abbia quella chiave?
- Non lo so, ma forse può darmi qualche consiglio.
Allora gli ho elencato il mio DECALOGO DELLO SCRITTORE:

1) Senti profondamente le cose e il mondo
2) Leggi. Sempre e qualunque genere
3) Studia la grammatica e la sintassi
4) Sviluppa un'idea, strutturando una trama completa
5) Scrivi, scrivi, scrivi
6) Abbi costanza e disciplina
7) Abbi umiltà
8) Riscrivi e revisiona infinite volte
9) Accetta ogni critica costruttiva
10) Credi nella tua "creatura" e lasciala andare.

- Tutto qua? - mi ha detto un po' deluso.
- E ti sembra poco?

Mi ha fatto ripetere i "comandamenti" e dopo li ha trascritti su un moleskine (che fa molto Chatwin).
Poi ha aggiunto:
- Mi sa che ha proprio ragione... io le critiche non le ho mai accettate.
- Sei in buona compagnia, allora.

Siamo rimasti a conversare ancora per qualche ora, poi, col sorriso stampato in faccia, l'ho visto scomparire nel bosco dal quale era apparso.
Le ultime sue parole sono state:
- Arrivederci Sonia. Diventerò immortale!

Lo siamo tutti, in un modo o nell'altro, ho pensato io con un sorriso.

105 commenti:

Omar ha detto...

Ciao Sonia, Debora mi ha indicato la strada per trovare la locanda e ora sono felice di essere qui. Sento il profumo degli sconies mischiarsi con quello della lavanda nel vasetto sul davanzale della finestra.....
Quando dici "Basta avere purezza di cuore, leggerezza di spirito e vastità di vedute", mi ricordi alcuni miei amici di un popolo nomade che vive in un Paese dalle steppe infinite.

Sonia Ognibene ha detto...

Benvenuto alla mia locanda, caro Omar! Non solo ci sono gli scones, ma anche dei brownies appena sfornati.
Sì, hai ragione, la lavanda -insieme al caprifoglio - lasciano i loro effluvi nell'aria.

Sono contenta che la mia frase riecheggi quella di alcuni tuoi amici nomadi.... sì, siamo tutti uguali a qualunque latitudine e altitudine.

Anche tu scrivi o ami la scrittura e la lettura?

Vieni a trovarmi ancora. A presto.
Sonia

Omar ha detto...

Sì Sonia, anche io amo la lettura e la scrittura. Sì scrivo anche, lo faccio soprattutto per me, mi aiuta a ritrovare le "strade perdute". Viaggio. Viaggio molto, per cui ho la fortuna e di vivere in una straordinaria intersezione di storie di gente spesso, fino a quel momento, sconosciuta.
Non c'è cosa al mondo più bella del sorriso di una madre al suo bambino in un angolo sconosciuto del mondo, dove non ti saresti mai aspettato di trovare tale dolcezza.

Ma piuttosto dimmi, se vuoi ovviamente, cosa stai leggendo ora?

Ciao.

Omar

Sonia Ognibene ha detto...

Bentornato Omar, di solito leggo 2 o 3 libri contemporaneamente.
Ho lasciato in sordina "Linea d'ombra" di Conrad (prosa complicata e per i lupi di mare), una raccolta di racconti gialli di Mary Higgins Clark (cotti e mangiati) ma in questi ultimi giorni sono completamente assorbita dalla "Lettrice bugiarda" di Brunonia Barry, su cui credo scriverò un post.

E tu? Che cosa stai leggendo? Che genere preferisci?

Bello che tu scriva per trovare le strade perdute... e ancora più bello che tu possa e voglia viaggiare senza paraocchi. Hai tutta la mia stima.
Sonia

Omar ha detto...

Ciao Sonia, rieccomi, scusami ma ero in viaggio (cosa - come avrai capito - non inusuale per me) per cui mi sono ricollegato solo ora.
Per quanto riguarda la lettura sono onnivoro. Anche io ho l'abitudine di leggere alcuni libri in contemporanea. In questo momento mi sto "preparando" per un viaggio nelle steppe dell'area Eurasiatica, per cui sto leggendo "La tempesta dall'Est" di Robert Marshall (è la storia di Gengis Khan e delle conquiste Mongole), ho appena terminato "In Mongolia in retromarcia" di Massimo Zamboni (Massimo è stato mio compagno di banco al liceo e poi musicista dei CCCP e dei CSI), il libro è molto poetico e poi...beh non ti racconto c'è un piccolo finale a sorpresa, che devo dirti - quando mi è stato anticipato da Massimo - mi ha molto toccato. Infine ho iniziato "Educazione siberiana" di Nicolai Lilin, libro duro come la terra che racconta (la Transnistria), paese che ho sfiorato, ma non ancora visitato.
A proposito di "paraocchi" quando viaggi tanto come faccio io, piano piano ti accorgi che diventi sempre più cittadino del mondo e che sei disponibile ad accogliere dentro di te il senso degli altri.
E ti senti molto più "ricco".....

Sonia Ognibene ha detto...

Non preoccuparti: immaginavo che avessi degli impegni.
Ami, quindi, la letteratura di viaggio... molto interessante.

Nell'ultimo post ho lanciato una piccola sfida creativa: creare una storia completa in 600-650 battute con un incipit da me suggerito. Se ti va, cimentati. Vedrai, sarà divertente!
A presto Omar.
Sonia

Omar ha detto...

Beh, non solo la letteratura di viaggio, ma il periodo e la voglia mi spingono attualmente lì. Un "filo rosso" che mi accompagna sempre nelle letture è la Poesia, attualmente sto esplorando Adonis, lo conosci?
Grazie per l'invito alla "piccola sfida creativa", ma nella scrittura sono molto istintivo, seguo spesso i miei sogni, che sono solitamente più lunghi delle 650 battute....;-)

Sonia Ognibene ha detto...

Di Adonis non avevo ancora letto nulla, ma sono andata subito a cercarlo.
Ho trovato in rete una sua poesia (purtroppo tradotta)... le poesie perdono sempre il loro "sapore" se si spogliano della loro lingua, non credi?

Per ciò che riguarda l'esercizio creativo è una sfida proprio perché non sei abituato a scrivere seguendo delle regole :-D .
Comunque, tranquillo, va bene così. Alla locanda ognuno è libero anche solo di ascoltare o restare sulla porta.
Grazie di esserci.

Omar ha detto...

Ciao Sonia, sono appena rientrato da Londra. E' una città che mi prende tutte le volte che vado, questa volta ero alloggiato vicino a Baker Street, ti dice nulla? La zona è un misto di Vittoriano e di moderno, abitata da uno straordinario melting pot di gente simpatica. La tua locanda ci starebbe bene lì, non c'è la brughiera, ma avresti molti avventori ;-) Poi l'altro ieri, bighellonando un po' a Notting Hill, non ti nasconto che non ho resistito - mi sono ficcato dentro la Travel Bookshop - e ci sono rimasto un bel po', sono improvvisamente incocciato in una casetta a schiera tipicamente inglese, sulla cui facciata faceva bella mostra di sè una targa con scritto "George Orwell ha vissuto qui....". Ogni angolo del mondo, anche quelli che crediamo di conoscere, ci riserva incredibili sorprese.
Sì sono d'accordo con te, le poesie perdono molto quando vengono tradotte. Di Adonis ho avuto la fortuna di assistere alla traduzione di alcune sue poesie fatta da un mio amico. Ma a proposito, non mi hai detto se ti piace. Lo incontro domani e ne sono molto felice, è un poeta che ancora tocca il cuore. Mi piacerebbe dirgli cosa ne pensi....

Sonia Ognibene ha detto...

"Dopo che le grazie delle nostre membra ci sorbirono
e noi sorbimmo i soli – le loro oscurità e i loro chiarori,
diciamo: come grappoli d’uva maturammo.
L’uva dopo la salita ama la discesa
dove si scioglie, si acquieta nelle botti fluisce nel corpo
umano, e risale di nuovo al suo signore.
L’amore è maturato in noi siamo maturi allora staccatevi, staccatevi o grappoli dei nostri giorni,
com’è vera la maturazione e com’è generoso il distacco."

Caro Omar, come si può non amarlo? Ho trovato questa ed altre poesie sul web, ma adesso acquisterò il libro per gustare appieno la dolcezza, la passionalità dei suoi versi, in un certo senso... il sangue e l'anima di Adonis.
Lo vedrai oggi? Ti invidio...

Sei stato a Londra e col tuo racconto mi hai fatto sognare. Grazie.
Tu non lo sai, ma io adoro Londra, (adorare è un eufemismo).

Anche se avere una locanda in mezzo alla brughiera riserva comunque molte sorprese ;-)
Sonia

Omar ha detto...

"Com'è amara e com'è dolorosa la nostalgia per la sua casa

poggiando la guancia sulla spalla della notte arreso a lei

alla sua casa silente sotto l'arco dei pini,

la notte legge le sue opere vegliando le porte e le finestre,

nessun fuoco tranne quello che crepita nel corpo libero, o ciò che divampa

sulla sua terra (oggi è buio quel passaggio verso la sua terra,

e il vento spira impetuoso da ogni parte),

com'è amara e com'è dolorosa la nostalgia

per ciò che rimane delle leggende del mio amore

com'è arduo parlare di lei, non ho fuoco

per questa carcassa

se non quello delle parole"

Proviene dalla stessa raccolta da cui è tratta la tua poesia. Adonis continua a esprime la dolcezza della poesia araba, che ho incontrato per la prima volta in Omar Khayyam

"Il sole ha lanciato sui tetti il laccio dell'alba

e rosso sigillo ha gettato il sovrano del giorno nella coppa del cielo.

Bevi vino, ché araldo d'amore sul far dell'aurora

un gioioso annuncio ha lanciato nel tempo: "Bevete!"

Nella cultura araba c'è tutta la passione e l'amore di un popolo che vive nei deserti e che conosce la solitudine, ma anche la fortunata bellezza dell'incontro.

Purtroppo invece l'incontro con Adonis è sfumato, sono dovuto ripartire di gran carriera verso l'Est Europa, da cui ti scrivo. Ma sono certo che le nostre strade s'incroceranno nuovamente.

Sì Londra è una città..... no scusa, dire che è una città è troppo poco. E' la sintesi di un impero, che ancora oggi vive nelle tradizioni, ma che continua a rinnovarsi attraverso le mille culture che si fondono e si contaminano. Lì ho vissuto alcuni momenti indimenticabili.

Ma nella brughiera, vedo lontano un raggio di luce, esce dalla porta socchiusa di una locanda e taglia il buio della notte. Come un piccolo faro di fronte all'immensità di un oceano dai verdi colori.......

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie Omar di aver postato, per la gioia di tutti, altre due poesie di Adonis. Peccato che tu non l'abbia potuto incontrare. Sì, sicuramente la vita vi porterà ad incrociare le vostre strade un'altra volta.

Mi incuriosisce sapere quali sono i momenti indimenticabili che hai vissuto a Londra...

Spero che davvero questa locanda sia un piccola luce che allieti o semplicemente possa far compagnia a chi non ha smesso ancora di sognare.

Sonia

Omar ha detto...

Rieccomi, dalla luce delle lunghe notti bianche del Nord Est dell'Europa. La seconda poesia non è di Adonis, fa parte delle quartine di Omar Khayyam e come vedi ha forti assonanze, anche se scritta parecchi secoli prima.

"I momenti indimenticabili" per ora sono custoditi nel mio cuore.....

La locanda ha il pregio di ospitare chi vuole fermarsi a sognare e magari chi vuole scrivere dei propri sogni. In fondo la vita è un lungo interminabile sogno, interrotto dalla realtà.

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie per la rettifica, Omar.
In effetti, sì, ci sono molte assonanze.

Quando ti ho detto che mi incuriosivano i tuoi momenti indimenticabili a Londra, non volevo invitarti a condividerli con noi... ci mancherebbe, caro Omar.
Mi piace solo fantasticare sul vissuto della gente, anche su ciò che cela ogni viso incontrato per strada(cosa ben diversa dal pettegolezzo, che detesto) :-D.

Per molti anni la mia vita è stata un lungo interminabile incubo interrotto dal sogno.
E anche per questi attimi vale la pena di essere vissuta, senza buttarla via.
Un abbraccio
Sonia

Omar ha detto...

Sonia, non ho mai pensato che tu fossi interessata ai "pettegolezzi", per quello che leggo di te non credo proprio che tu sia il tipo da "rumors".
E' che quei momenti sono indimenticabili, perchè legati ad alcuni sentimenti molto intimi.
Hai ragione su ciò che celano i volti. Una volta a Sanpietroburgo ho scritto un piccolo pezzo su di un bambino che avevo visto in una auto a fianco della mia, piangeva disperato in braccio alla nonna e la madre al suo fianco aveva un viso da madonna, mentre alla guida della vecchia carretta scassata stava il nonno in una vecchia giacca lisa, ma con lo sguardo pieno di orgoglio. In quelle lacrime c'era la bellezza di un dio minore, che non ha paura di gridare al mondo i suoi bisogni.
Spero che il sogno abbia preso il sopravvento sull'incubo e che alla locanda il fuoco riscaldi sempre il cuore dei suoi avventori.

Sonia Ognibene ha detto...

Suggestiva l'immagine che ci hai descritto...

Sì, il sogno adesso ha preso il sopravvento, ma in ogni caso non smetterei di scaldare i cuori degli avventori che vengono a trovarmi.

Ciao Omar, grazie per i tuoi puntuali commenti e la tua vicinanza.
Ti auguro una giornata radiosa.
Sonia

Omar ha detto...

Ciao Sonia, bene, nel camino della locanda continua ad ardere il fuoco del sogno...

"Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è avvolta dal sonno..."

Sonia Ognibene ha detto...

... ma io aggiungerei "Non aver timore dello spazio che esiste
fra i tuoi sogni e la realtà.
Se hai la capacità di sognare
saprai anche realizzarli".
Belva Davis

;-) Sonia

Omar ha detto...

Mi piace il contrappunto: da Shakespeare a Belva Davis....

L’idea che sogno e realtà possano scambiarsi tra loro o che i sogni siano la realtà e viceversa mi ha sempre affascinato.

Ho citato la Tempesta di Shakespeare, perchè - tra le sue opere - è quella che trovo più in bilico tra sogno e realtà.

Ti piace il Teatro Sonia?

Sonia Ognibene ha detto...

Moltissimo Omar, peccato che ci vada molto di rado per svariati motivi.
Dovevo andare a vedere "Il Dio della carneficina" con Silvio Orlando e Alessio Boni e all'ultimo momento non è stato possibile. Dovevo vedere lo spettacolo di danza di Daniel Ezralow e non è stato possibile...
sai... la locanda...;-)

Qual è l'ultimo spettacolo cui hai assistito?

Omar ha detto...

"Il Dio della carneficina" lo ho perso anche io.

Gli ultimi due spettacoli che ho visto sono stati "La vera storia di Molly Sweeney" con Umberto Orsini e Valentina Sperli. Dalla cecità reale a quella "virtuale", Molly preferisce il mondo degli altri sensi a quello della vista. E pensare che è una storia reale, presa da un racconto di Oliver Sacks. Umberto Orsini mi ha raccontato che per prepararsi è andato alla stanza buia dell'Istituto dei Ciechi. Non so se tu l'abbia mai provata, io sì. E' una sensazione straniante, non è lo stesso buio a cui noi siamo abituati e che ha sempre un chiarore in qualche angolo. Qui il buio è assoluto, gli oggetti perdono la loro fisicità e soprattutto vien da chiederti "che colore avranno le cose che sto toccando?" e "Se non lo vedo questo colore esiste?".

L'altro spettacolo è stato "The Andersen Project" di Robert Lépage. E' stato scritto nel 2005 per il bicentenario della nascita di Andersen. Monologo di due ore su diversi piani narrativi. Affascinante!

Ogni tanto lascia la locanda, ti prometto che non la mettiamo a soqquadro.....

Sonia Ognibene ha detto...

... non è una cattiva idea, magari se te ne prendi cura tu sto più tranquilla. Non posso mica lasciare soli i miei ospiti, non ti pare?

No, non sono mai stata nella stanza buia di cui parli, ma da piccola (e qualche volta anche da grande) me ne stavo con gli occhi chiusi per mettere alla prova la mia capacità d'orientamento o per immaginare cosa si provasse a non avere un dono tanto prezioso come la vista.
Ringrazio Dio ogni giorno per quello che ho.

Un abbraccio e buona domenica.

Omar ha detto...

Direi di lasciare un po' la locanda in balia degli ospiti, non tanto, ma quanto basta per dare un tocco di anarchia e scompigliare un po' i consolidati riti anglossasoni ;-)

Scherzo, ovviamente non si possono lasciare soli i tuoi ospiti. Potremmo, in tua assenza, provare a fare un po' di teatro. Ne è così pieno il mondo ormai, consapevole e inconsapevole, a volte al limite del surreale, che sarebbe assai facile immaginarne un po' da rappresentare nella tua locanda.

"Nell'androne di una locanda della città di N., capoluogo di governatorato, entrò una graziosa piccola vettura a molle, di quelle in cui viaggiano gli scapoli: tenenti colonnelli a riposo, capitani in seconda, proprietari di campagna che possiedono un centinaio di anime di contadini: in una parola tutti quelli che si dicono signori di mezza taglia. Nella carrozza sedeva un signore che non era proprio un bell'uomo, ma non era neppure di brutto aspetto, né troppo grasso né troppo esile; non si poteva dire che fosse anziano ma neppure d'altronde che fosse troppo giovane......." (Nikolaj Gogol)

Buona domenica anche a te.

Sonia Ognibene ha detto...

Oggi, grandi pulizie alla locanda, con musica di Frank Sinatra in sottofondo.
Alcuni avventori mi aiuteranno: hanno detto che questa è anche la loro casa.
Grazie per il brano postato di Gogol... adoro le descrizioni originali e sapienti (magari riuscissi a farne io di così mirabili).

Omar ha detto...

Frank Sinatra alla locanda?!

Grandi pulizie?!

Sonia, cos'è questa roba?

In mezzo alla brugheria ci vuole qualcosa di più "nomadico". Come "colonna sonora" alle pulizie ti suggerisco gli Altan Urag, gruppo Mongolo contaminato da folk, rock e pop, con forti basi di "canto lungo" e di canto koomi.....

Prova e tutto risplenderà di più!

A parte le battute, buone pulizie.

E prova gli Altan Urag, non so se riuscirai a trovare loro CD in Italia, ma in Internet - se non ricordo male - c'è qualcosa, forse la colonna di Mongol, kolossal Russo sulla storia di Temujin (alias Gengis Kahn).

Sonia Ognibene ha detto...

Seguirò il tuo consiglio, ma credimi, le pulizie sono andate alla grande con il mitico Frank.
Persino BonTon ci ha aiutati a modo suo... non facendo danni.
Oggi pomeriggio si ricomincia con le finestre... lo so che in brughiera un giorno piove e l'altro pure, ma non mi piace che si accumuli la polvere.
Keep in touch!

Omar ha detto...

A quest'ora avrai terminato anche le finestre. La locanda risplenderà.

Gli ottoni dei pomelli delle maniglie brillano alla luce dei raggi del sole, che entrano dalla finestra, disegnando ghirigori nel leggero pulviscolo di polline, che dalla brughiera riempie di profumo le stanze della locanda.

Non rimangono che gli antichi argenti da lucidare, posati su di un vecchia credenza, che da anni sopravvive all'assalto dei tarli.

Seduta sulla lisa poltrona di cuoio che sta di fronte al camino spento, Sonia si guarda intorno soddisfatta, ha ancora in mano lo straccio leggermente umido e profumato di limone

Un sorriso le illumina il volto, nell'attesa del prossimo ospite....

Sonia Ognibene ha detto...

Non avrei potuto dirlo meglio.. grazie! :-D
Sonia

Omar ha detto...

E l'argenteria, la hai lucidata? lo devi assolutamente fare prima che la vecchia credenza si trasformi in un mucchietto di segatura a causa dei tarli ;-)

Sonia non mi hai parlato di Bon Ton, un Jack Russel, cane meraviglioso. Un piccolo Terrier dal grande cuore e dall'immenso coraggio. Vediamo, fammi indovinare. Di mantello bianco con macchie nere e focate. La coda corda sempre in movimento è completamente bianca, salvo una piccola macchia scura proprio sulla punta. L'orecchio sinistro leggermente piegato, gli dà l'aria di un monello, che ha appena combinato una marachella. Gli occhi sono scuri, pieni di dolcezza...

E' lui? Se è lui l'unica cosa che poco gli si addice è il nome. Solitamente sono delle amabili pesti e poco hanno a che fare con il "Bon Ton" ;-))

Sonia Ognibene ha detto...

Eh sì, mio caro Omar, la descrizione è perfetta, tranne per l'orecchio sinistro leggermente piegato. L'adorabile BonTon, infatti, affloscia le orecchie all'unisono solo quando sa di aver fatto qualche marachella: tirato i fili al tappeto, fatto i coriandoli con i fogli della stampante posta al piano basso della scrivania, aver ronfato in mezzo al mio letto senza autorizzazione...
Ma ad essere sincera, questo nome dato per buon auspicio, ha compiuto il miracolo: Bon Ton cerca davvero di mettere in pratica le buone maniere!
E' dolcissimo e, inutile dirlo, lo adoro.

p.s. Ho ascoltato gli Altan Urag e la loro musica mi è piaciuta molto! Forse ti sembrerò pazza, ma in loro mi sembra di cogliere delle sonorità celtiche. Che dici, troppa lettura mi avrà dato alla testa? ;-)

Buona giornata

Omar ha detto...

Allora viva Bon Ton! Un terrier un po' "anomalo", ma molto educato.

Devo confessarti che i terrier sono i "miei" cani, nel senso che, oltre a innumerevoli meticci, ho sempre frequentato solo terrier: Fox Terrier, Bull Terrier, Scottish Terrier. Il loro carattere mi piace. Sono coraggiosi, autonomi, inaddestrabili, dolci e su di loro puoi sempre contare. Ultimamente purtroppo, a causa dei miei continui viaggi, non riesco più a tenerli con me, ma quando sono in giro per il mondo non rinuncio mai a coccolare qualche cane, che sia di razza o randagio non ha molta importanza. Nei loro occhi c'è sempre un sorriso per me e nella coda che scodinzola la voglia di giocare un po'.

No, non sei improvvisamente impazzita, gli Altan Urag (la traduzione è "L'Orda d'Oro") hanno sonorità celtiche. Usano il morin khur, il violino mongolo, che ha un suono molto celtico. Oltretutto nella parte Russa dei monti Altai, vicinissima al nord ovest della Mongolia, è stato ritrovato il corpo mummificato nel ghiaccio di una donna, bella, giovane e raffinata. Le braccia tatuate col disegno di un cervo e di un muflone, sul ventre il disegno di un giaguaro. Il suo volto aveva tratti europei, occhi chiari. E' chiamata la principessa degli Altai. La morfologia è molto celtica. Quindi potrebbe essere che.....ma questa è una fanta-ipotesi.

Buona serata e una carezza a Bon Ton da parte mia.

Sonia Ognibene ha detto...

Fiuuuu... meno male, sentivo già la sirena della neuro nell'aria!

Così adori i cani!
Io li trovo straordinari e anch'io non faccio altro che accarezzare e coccolare tutti quelli che trovo in brughiera. I loro occhi sono uguali in ogni parte del mondo. Con loro non c'è neppure il problema della lingua, perciò ci si intende sempre alla perfezione.

Adesso ti sembrerò davvero pazza... io amo il loro odore. Quando dormono, il loro respiro, profuma di pane e i polpastrelli sprigionano un aroma di legnetti bruciacchiati.

Spero che dopo questa rivelazione continuerai ancora a commentare i miei post!

Sonia

Omar ha detto...

Confessione per confessione, i "miei" cani hanno sempre dormito con me, che fossi sotto il cielo stellato, in una tenda o in una camera di albergo, insomma in qualsiasi luogo, sono sempre stati con me e hanno sempre vissuto insieme a me.

Sul loro respiro, che ha il profumo di pane, devo dirti con franchezza che non sono d'accordo con te, un paio dei miei - ti assicuro - avevano un fiato degno di Superciuc..... ma sui polpastrelli hai proprio ragione, non ci avevo mai pensato, ma ora che tu me lo dici, sì è proprio quello il loro odore, di legnetti bruciati ed è buonissimo.

Ho sempre vissuto coi cani sin da quando ero piccolissimo, non ho memoria o ricordo senza di loro. Ogni bambino e bambina dovrebbe avere un cane, a volte t'insegna molto più degli uomini.

Purtroppo solo in questo periodo non sono con loro e ti assicuro che mi mancano da morire e sono tristissimo per questo. Mi rifaccio coi meticci che incontro in giro per il mondo, ma è di una malinconia indescrivibile doverli lasciare dopo averli appena conosciuti.

Chissà ora sarai tu a considerarmi un po' svitato.

Sonia Ognibene ha detto...

Macché... ti capisco perfettamente.
Ho amato il mio meticcio Mosè (purtroppo epilettico e passato a miglior vita a causa di questa malattia) come se fosse stata una mia creatura: lo chiamavo il mio figlio peloso.
Quante notti mi sono svegliata col suo nasone di fronte al mio.
Ho mille foto di lui e gli ho anche scritto una poesia.
Solo chi ama così tanto gli animali può capirlo.

Mi dispiace che tu non possa più stare vicino ai tuoi cani. Hai tutta la mia comprensione.
Sonia

Omar ha detto...

Essere "vagabondi" nel mondo, vuol dire ricevere tanti doni da chi incontri, umani o animali che siano, ma allo stesso tempo ti costringe a rinunciare a molte cose.

Ma bando alle tristezze, come va la locanda? Gli avventori si divertono?

Sonia Ognibene ha detto...

Gli avventori si divertono e si rilassano molto e, quando io sono in loro compagnia, dimentico ogni cosa.
Ci vuole tanta energia per seguirli tutti, ma non mi lamento.
Buon lavoro, caro Omar! :-D

Sonia

Omar ha detto...

Locanda, locandiera, Goldoni..... (dall'incipit)

"Tra tutte le Commedie da me sinora scritte, starei per dire essere questa la più morale, la più utile, la più istruttiva. Sembrerà ciò essere un paradosso a chi soltanto vorrà fermarsi a considerare il carattere della Locandiera, e dirà anzi non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di questa. Ma chi rifletterà al carattere e agli avvenimenti del Cavaliere, troverà un esempio vivissimo della presunzione avvilita, e una scuola che insegna a fuggire i pericoli, per non soccombere alle cadute"

Un altro tipo di locanda, ma anche qui si può "imparare" qualcosa. Un po' di morale, anche se la parola mi fa venire qualche brivido.

Preferisco la "nostra" Locanda (la maiuscola non è casuale) dove si può viaggiare tra i sogni e le parole....

"Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare....." (Rubén Blades)

Sonia Ognibene ha detto...

Io le amo entrambe: quella di Goldoni è lo scenario di un capolavoro, la mia è un luogo della mente e dei sogni, come ben dici.

La citazione di Rubén Blades mi ha fatto pensare a una persona che conosco da una vita. La sua mente è così serrata, che qualunque diversità (anche solo nel carattere di una persona) è fonte di critica negativa, derisione... non accettazione.
Qualche viaggio l'ha fatto, ma sempre disprezzando il cibo, le abitudini, i costumi degli altri.
Sprito di adattamento: zero.
Citando Cocciante posso solo dire: "Povero diavolo, che pena mi fa!".

Quando capiremo che la diversità è la vera ricchezza?

Sonia

Omar ha detto...

Temo che questa persona, che tu conosci, sia veramente infelice. Non potrà mai apprezzare un tramonto su di un lago sperduto nella taiga, o la dolcezza di un bambino che ti tira per la giacca per portarti nel negozio nel nonno.

Una persona a me molto cara, che è stato anche mio "maestro", mi diceva sempre: "Vedi, la cosa più difficile non è ascoltare, ma suscitare l'ascolto dell'altro" e poi aggiungeva "e ricordati sempre che il vero centro del mondo è la periferia". Sono parole che non ho mai dimenticato e che porto sempre con me.

Sonia Ognibene ha detto...

Sì, lo è.

Anch'io farò tesoro di queste parole.
Grazie per i tuoi commenti mai scontati.

Sonia

Omar ha detto...

Prima una rosa bianca, poi una immagine prende forma......

Sulla porta della locanda si stagliava la figura sorridente della proprietaria. Aveva da sempre la consuetudine di accogliere i suoi ospiti lì, all'entrata. I capelli corvini spettinati dal vento le incorniciavano il volto e un leggero sentore di gelsomino riempiva l'aria intorno a lei.....

Sonia Ognibene ha detto...

Ma che bello...
non posso aggiungere altro, solo grazie.
:-D

Buona domenica Omar, e che la pioggia e il freddo non siano troppo tediosi oggi.
In tal caso, siamo tutti in locanda a scaldarci e chiacchierare un po'.
Sonia

Omar ha detto...

Quelle poche righe mi sono corse alla mente, guardando la foto e pensando alla locanda.

Sì, tediosa è la pioggia, ma che brughiera sarebbe senza di essa.

Sono nuovamente in partenza verso l'Est. I miei amici mi dicono che anche là il tempo è uggioso. Questa volta la città in cui vado ha un grande fiume, che scorre maestoso, dividendo la parte vecchia da quella nuova.

Alcune isolette ne tracciano il centro ideale. Sono piccole oasi di verde, prese d'assalto d'estate dagli abitanti della città. Quando le vedo dal ponte, su cui passo con l'auto, sbircio sempre dentro la fitta verzura per cercare di scoprire qualche animale, per lo più vedo solo cani randagi.

A proposito, proprio in questa stessa città, qualche mese fa, mentre stavo andando dall'aeroporto in centro per un appuntamento, a causa della "marmellata di traffico" che aveva bloccato le strade di accesso, l'autista decise di fare una strada alternativa in periferia. Dopo non molto ci siamo trovati in una specie di zona semindustriale, quasi deserta in quel tardo pomeriggio. Aveva un non so che di metafisico, un po' come alcuni quadri di De Chirico. Improvvisamente da una stretta via laterale è uscito un bambino in bicicletta, che ci ha attraversato la strada di gran carriera e che abbiamo evitato di un soffio. Mentre l'autista gli inveiva contro a squarciagola dal finestrino aperto, un piccolo gruppo di cani randagi sbucò dallo stesso vicolo all'inseguimento del malcapitato. Vista la situazione, insieme decidemmo di seguire a nostra volta i cani per evitare che facessero del male al bambino.

Puoi immaginare questo strano corteo, nella periferia decadente di una grande città..... assolutamente surreale!

La storia ha un lieto fine, perchè siamo riusciti a raggiungere i cani, che ho distratto con un paio di barrette di cioccolato che mi ero preso in aereo. La scena finale è stata davvero curiosa, io che dò i pezzettini di cioccolato ai cani scodinzolanti, l'autista piegato in due dal ridere e il bambino fermo sull'altro lato della strada, che mi dava la netta sensazione di essere invidioso dei cani, che si stavano mangiando il cioccolato.

Piccole storie di vita, che come gemme rimangono incastonate nel cuore.

Sonia Ognibene ha detto...

L'episodio che hai citato mi ha fatto riflettere su una cosa: non sempre dei comportamenti scorretti sono dovuti alla maleducazione o al menefreghismo di qualcuno, ma possono essere solo il frutto di "un'urgenza"... il bambino che sfiora l'incidente solo per non essere sbranato da un branco di cani e voi che non date della cioccolata al bambino solo per tenere buoni i cani e salvargli la vita.
Nulla è mai come appare.

Buon viaggio, Omar.

Omar ha detto...

Nessun meticcio randagio questa volta....peccato! ;-)

Sul tuo "Nulla è mai come appare" mi è venuto in mente un libro, che se non hai letto ti suggerisco almeno di sfogliare, e' "La pragmatica della comunicazione umana" di Paul Watzlawick, credo edito per i tipi di Astrolabio.

Bello tosto da leggere, ma veramente interessante e a volte, per alcuni aspetti, un po' inquietante. Ad esempio quante volte scambiamo un comportamento assolutamente "fisiologico" e normale per qualcosa di "patologico" e anormale?

Sonia Ognibene ha detto...

Interessante, me lo presti?

Qui la pioggia non smette di venir giù, e da te?

Ciao Omar. Buon lavoro.

Omar ha detto...

Certo che te lo presto.

Qui c'è il sole e il clima è dolce, invita alle passeggiate lungo il fiume.

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie! Attendo impaziente.
Ciao

Omar ha detto...

Il libro dovrebbe arrivarti la prossima settimana.....

Sonia Ognibene ha detto...

Che bello! Cercherò di leggerlo subito per non tenerlo troppo in locanda.
I miei libri li lascio sgualcire dagli avventori, ma a quelli degli altri tengo molto.
Grazie ancora.

Sonia

Omar ha detto...

Non ti preoccupare, l'importante è che ti piaccia e magari che ti sia utile.

Ti sto scrivendo dal treno per Venezia, questo fine settimana sono alla Biennale. Vado a curiosare un po' tra artisti e opere d'arte, e a perdermi nell'atmosfera unica di una città nata da un sogno (quasi) impossibile.

Sonia Ognibene ha detto...

Caro Omar, buona Biennale, allora.
Poi mi dirai se hai trovato artistico il manichino a mo' di salma in piscina... a volte "l'arte" mi è incomprensibile.

Sonia

Omar ha detto...

Il manichino è assolutamente realistico, non ho resistito, lo ho toccato. Dovresti vedere l'ambientazione per comprendere la "provocazione", la piccola piscina in cui galleggia è proprio di fronte al padiglione svedese/finlandese. Mentre il padiglione all'interno è particolarmente rassicurante, è strutturato come una casa con cucina e camino, dove la gente si rilassa e chiacchera tranquillamente, fuori nella piscina - nell'indifferenza generale - galleggia un "cadavere".....

Mi rendo conto, mentre te lo dico, che definire questa come arte può sembrare coraggioso, Ma allora cosa dire del sottomarino (Sub Tiziano) che il russo Ponamarev ha ancorato nel Canal Grande o del Danger Museum, sempre dei Russi Dubossarsky e Vinogradov dove, dopo che ti sei visto tutti i quadri con soggetti pieni d'ironia (ad esempio Obama che fa San Giorgio che uccide il Drago), proprio nell'ultima sala puoi vedere te stesso che guardi i quadri in una registrazione catturata da telecamere nascoste nei quadri, quindi passi da guardare l'arte a essere guardato dall'arte, e poi ancora Cattelan e i fratelli Chapman al nuovo spazio di Punta della Dogana (bellissimo nella ristrutturazione di Tadeo Ando). E molto molto altro ancora.....

In questo mondo fatto soprattutto di TV urlata e "calciatori e veline" l'arte non rappresentà più la realtà, ma diventa essa stessa realtà e riferimento. Ma forse è sempre stato così....;-)

In tutto questo Venezia è sempre bellissima!

Sonia Ognibene ha detto...

Sì, l'arte è sempre il frutto del tempo nel quale viviamo, perciò, non dovrei restare perplessa di fronte alle solite provocazioni di un mondo che sta andando sempre più verso il precipizio... però, concedimelo, se sono provocazioni che restino tali, e non si approprino dell'appellativo "ARTE".
C'è un limite a tutto...

Sì, Venezia è un sogno.

Omar ha detto...

Credo che sia tu sia io abbiamo ancora come riferimento l'arte che nasce dall'antica Grecia e che (almeno per me) ha accompagnato tutta la mia educazione. Ma oggi i media più potenti non sono certo quadri e sculture, ma soprattutto video, spot, tatuaggi, modifiche del proprio corpo e molto altro ancora. I ragazzi comprendono molto di più questi "linguaggi", allora perchè no.... Io credo che non si debba buttare via nulla. Anche se a volte, non ti nascondo, non sento proprio niente davanti a qualche installazione o video, che molti definiscono "capolavori".

A proposito, ecco le (quasi) cinque parole per dirti chi sono: "Un nomade che cerca il proprio karma".

Sonia Ognibene ha detto...

Caro Omar, scusa se stamattina non ti ho risposto subito, ma gli impegni non me l'hanno permesso.

Dunque, anch'io accetto tutto e anch'io do all'arte un accezione molto ampia... considero capolavori anche certe prelibatezze gastronomiche... ma trovo che negli ultimi 60-70 anni l'arte figurativa, e non, sia diventata sempre più una corsa a chi provoca di più, perché se provochi fai notizia, se fai notizia le tue quotazioni salgono e se le tue quotazioni salgono generalmente vendi e, di conseguenza, ti arricchisci.
Ora, va bene che la "Merde d'artiste" di Piero Manzoni era una provocazione, ma che resti tale. E' inutile e del tutto sciocco infiocchettarla con significati simbolici al limite del ridicolo: l'opera come origine "profonda" del lavoro dell'artista, l'artista che nelle sue opere dona sempre una parte di sé stesso.
No, grazie. Non ci sto.
Ridiamone pure, questo sì, ma non spendiamo cifre da capogiro per simili scempiaggini.

Anch'io davanti a certe mega-installazioni non riesco a provare nulla.
Ma l'arte non dovrebbe dare un brivido?

Omar, grazie per aver risposto al mio quesito dell'ultimo post. Posso chiederti solo un favore? Potresti scrivermi la definizione di te stesso nello spazio commenti del post di riferimento?
Mi farebbe piacere averla lì.

Buon lavoro.
A presto!

Sonia

Omar ha detto...

Per l'arte concettuale, se hai voglia, dai una occhiata ai lavori di Franco Vaccari, è un artista modenese e caro amico, in un suo quadro (un grande riporto fotografico su tela con un cane in bianco e nero) scrive come didascalia "Giuro di aver visto questo cane aggirarsi con un'aria da poesia". E poi proseguirei con le "cancellature" di Emilio Isgrò.....intrigante il cancellare la parola o se stessi per mettere in risalto l'assenza....

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie per le dritte. Sono sempre molto curiosa...

Sonia

Sonia Ognibene ha detto...

Rieccomi a te, Omar.
Dunque, ho fatto delle ricerche in internet su Vaccari e Isgrò, e da quel poco che ho visto non posso dare un giudizio assoluto.
Però le mie sensazioni posso manifestartele: le foto, soprattutto di Vaccari, sono inquietanti. Sembra che i protagonisti catturati dall'obiettivo si prendano gioco di noi... sì, perché loro fissano, puntano gli occhi addosso al visitatore di turno senza troppi fronzoli.

Lo stile rompe con gli schemi della "bella (e rassicurante) fotografia". Non credo di aver mai visto foto così prima d'ora.

Buona giornata, carissimo.
Sonia

Omar ha detto...

Eccomi fresco fresco (si far per dire) di ritorno da un altro viaggio nel nord est d'Europa. Ho trovato temporali ovunque. Mi piace la pioggia forte, che spazza via tutte le brutture dalla terra. Mi piacciono le nuvole alte e nere che riempiono il cielo senza alcun pudore.

E sì Franco è un artista "forte" che non ama le sfumature. Cattura i momenti e le persone in un viaggio interminabile all'interno della coscienza.

Una serie di sue opere si chiamavano "Viaggi in tempo reale" ed erano il diaro dei sentimenti visivi incontrati e vissuti durante i suoi viaggi.

E cosa dire di una sua opera a una Biennale, dove in una stanza completamente bianca potevi trovare una macchina Photomat (quella che fa le fototessere) e una scatola di puntine con su scritto "Lasciate qui una traccia del vostro passaggio".... In pochi giorni la stanza si è riempita di fototessere appese ai muri. Segni tangibili della volontà di "lasciare una traccia" del nostro passagio.

D'Isgrò non mi dici niente?

Sonia Ognibene ha detto...

Caro Omar, bentornato.

Ho trovato solo due sue opere su internet (troppo poco) e ciò che ho visto non lo comprendo.
Non capisco cosa voglia dire l'artista con le sue cancellature.
Mi dispiace.
Preferisco Vaccari, è meno "concettuale".

Però, tu continua a segnalare a tutti noi, artisti che non conosciamo.
Arricchirci di NUOVO SAPERE non può che renderci migliori.

Sonia.

Omar ha detto...

Sono d'accordo, anche io preferisco Franco.

Lo sai, una volta ha costruito in una galleria d'arte una specie di tenda da nomadi e all'interno un labirinto fatto di oggetti trovati casualmente. Le persone percorrevano la tenda con una torcia elettrica alla ricerca della strada per uscirne. Il tutto era dedicato a un comune amico gallerista, che è anche un grande collezionista di oggetti "sciamanici". Soprattutto siberiani e buriatri. Era uno stimolo a ricercare la nostra strada attraverso un percorso imprevisto, come d'altronde è la vita.

Intrigante!

Lo so lo so non è arte "classica". e fuori dagli archetipi a noi più cari, ma è stimolante.......

Sonia Ognibene ha detto...

Davvero stimolante e, permettimi di dirlo, anche ludico.
Una mostra così fa tornare bambini e a noi donne, soprattutto, farebbe bene prenderne parte perché indossiamo troppo presto i panni dell'adulto per fare sempre ciò che è giusto fare, ciò che l'età ci impone o i doveri reclamano. E ci scordiamo di "giocare", di cogliere il lato divertente della vita.

Ieri ho ricevuto il tuo libro!!!
Grazie infinite. Ma D. mi ha detto che gliel'hai spedito, perché è difficile che possa vederti di persona.
Io, invece, pensavo che tu avessi modo di vederla abbastanza spesso, ecco perché ti avevo chiesto di prestarmelo!
Per restituirtelo dopo la lettura, dove devo inviartelo?
Sei stato davvero gentile!
Ancora grazie e buona giornata.

Sonia

Omar ha detto...

Non ti preoccuprae, so che è in ottime mani. Ridallo pure con calma a D., poi mi metto d'accordo con lei. Spero ti piaccia.

Hai ragione le donne perdono spesso la parte ludica della vita perchè arrivano molto prima di noi uomini all'"adultità". Molte volte in voi il senso di responsabilità uccide il gioco, mentre la vita senza gioco può diventare veramente molto difficile.

Per dirla alla Freud, credo che si debba sempre dare il giusto spazio al nostro Es e dimenticarsi ogni tanto del nostro Super Io.

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie ancora: ho cominciato a leggerlo. Mi sta prendendo molto.

Un abbraccio.

Omar ha detto...

Ne sono felice..........

Omar ha detto...

Eccomi tornato alla locanda. Come va col libro?

Sonia Ognibene ha detto...

Ciao Omar!
La lettura è diventata ostica, con tutti quei parallelismi matematici... ma io non mollo. ;-D

Omar ha detto...

Tieni duro ;-)

Sonia Ognibene ha detto...

Non dubitare! Ce la farò.
:-D

Sonia

Omar ha detto...

Quando ti prende lo sconforto "fami un fischio".... ;-)

Sonia Ognibene ha detto...

Se non leggessi il saggio intervallato da una buona dose di riposo e letture leggere, credo che doverei chiudere la locanda per ricovero coatto in ospedale psichiatrico.
Sono sempre più convinta che gli stessi concetti potrebbero essere spiegati in modo meno criptico per essere fruibili a tutti, ma ai ricercatori e "professoroni" universitari manca 9 volte su 10 il dono della semplicità.
Non credi?

Buona giornata.... anche se di pioggia.

Omar ha detto...

Ciao Sonia, rieccomi, sono stato un po' in giro e sono appena tornato dalla Costiera Amalfitana. Una mia amica napoletana si è sposata a Ravello e ho approfittato per stare qualche giorno lì.

Sono d'accordissimo con te, molte volte gli "studiosi" non hanno il dono della comunicabilità. Devo dirti che cho conosciuto l'autore e di persona era molto meno "complesso" (e più simpatico) di quanto non sia leggendolo.

Ma torniamo a Ravello, perchè proprio giovedì sera è iniziato il Festival, lo conosci? Bellissimo! Il vero spirito del festival è un signore che si chiama Domenico (Mimmo) De Masi, che di mestiere fa il sociologo e che teorizza il "vivere lento". Senti cosa scrive nel programma di quest'anno:
"'Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma' (Paul Valery) - Il Ravello festival vuole consentire l'immersione totale in un'atmosfera di gradevole carezza dello spirito. A crearla concorrono la serenità del paesaggio, la dolcezza del clima, la forza evocativa dei monumenti, la cortesia degli incontri. Una perfetta combinazione di classicità latina e grazia araba, nel cuore del Mediterraneo, rende raffinata la pausa, creativa la riflessione, garbato il confronto.
L'offerta culturale del Festival accompagna l'estate degli ospiti senza insidiarne la privacy; predispone occasioni di godimento senza imporle; soddisfa un'ampia scala di sottili desideri senza ostacolare la solitudine intenzionale, il silenzio amato, la libera riflessione.
Il Ravello festival si propone come possibilità di pensare e sperimentare un modello di vita fondato sull'introspezione, sull'ozio creativo, sull'etica, sull'estetica. Un modello di vita libero dai deliri della competizione distruttiva e dell'attivismo insensato.
L'edizione 2009 del Ravello festival esibisce una ricca ghirlanda di occasioni.
Il filo che le tiene insieme, in modo suadente, ma non costrittivo, le perle di questa ghirlanda, evocando un wagneriano Leitmotiv, è il tema del "Coraggio"".

Proprio bello.......vero?!

Sonia Ognibene ha detto...

Davvero meraviglioso, Omar!
Le parole che hai scritto mi infondono già una tranquillità impareggiabile.
Io non sono stata a Ravello, ma fare marmellate per l'intero weekend, ascoltando confidenze, non è forse uno slow-lifestyle? ;-)

A presto.
Sonia

Omar ha detto...

Direi che sei perfettamente "intonata" al vivere lento.... Non vedo l'ora di assaggiare la marmellata ;-)

Sonia Ognibene ha detto...

Ne ho portato giusto qualche vasetto.
Ti aspetto!

Omar ha detto...

Ottimo, non vedo l'ora...

Dimenticavo, come sta Bon Ton?

Sonia Ognibene ha detto...

BonTon sta benissimo! Proprio in questo momento se ne va in giro col suo super osso di gomma.
Fra un po' andiamo a farci un giretto per la brughiera.

Quando vuoi per la marmellata... io sono qui.
:-)

Omar ha detto...

Dimmi che è di ciliegie...ti prego! ;-)

E fai una carezza a Bon Ton da parte mia.

Sonia Ognibene ha detto...

No.... RIBES (l'ho scritto in due degli ultimi post).
Mi dispiace, ma provala lo stesso, potrebbe essere una scoperta per il tuo palato!

BonTon ringrazia per la carezza, mentre continua a rincorrere la palla.

Buona giornata Omar.

Omar ha detto...

Può andare anche il RIBES, scusami, ma non ho letto gli ultimi post....sono tra un aeroporto e l'altro in una specie di limbo spazio\tempo...;-)

Sonia Ognibene ha detto...

Scusato, Omar, ci mancherebbe.
Grazie per la tua presenza costante da qualunque angolo del mondo.
Non stancarti troppo, mi raccomando.

Omar ha detto...

Sono appena rientrato dal festival dei Due Mondi di Spoleto, un amico regista ha messo in scena in "Alto mare" di Slawomir Mrozek alle fonti del Clitunno. Il posto è magico, la luna (quasi) piena splendeva in cielo, mentre una leggera nebbiolina si alzava dalle polle d'acqua delle fonti. Tre uomini, uno grosso, uno medio e uno piccolo su di una zattera devono decidere chi mangiare tra loro per sopravvivere. Qualcuno ha detto che è surreale, io lo ho trovato invece molto reale in un mondo, come il nostro, dove il cannibalismo della violenza purtroppo è all'ordine del giorno.

Sonia Ognibene ha detto...

Molto vero (e molto scoraggiante),
concordo con te, anche se non ho avuto modo di vedere la rappresentazione.
Buona giornata, Omar.

Omar ha detto...

Nuovamente a Nord del mondo tra giornate primaverili e temporali da Diluvio universale. Sempre però la luna piena splende in cielo ad accompagnare i nostri sogni....

Come va con l'ostico libro?

Sonia Ognibene ha detto...

Molto lentamente, caro Omar :-(

Anche qui, al sole si alternano temporali dalla "voce grossa".
Ma è piacevole.

L'importante è avere il cuore sulle nuvole.

Sonia

Omar ha detto...

Già il cuore sulle nuvole. Proprio nelle "Nuvole" Aristofane fa dire a Socrate (se non ricordo male)....

I celesti fenomeni scrutare
giammai potrei direttamente, senza
tener sospesa la mia mente, e prendere il sottil pensiero nell'omogeneo ètra. Se dalla terra investigassi, di giú le cose di lassú, non mai le scoprirei; poiché la terra a forza attira a sé l'umore dell'idea.
Anche il crescione ha la virtú medesima!

Tieni duro sul libro.....nel caso avessi voglia di "deviare" da lui leggi (se non lo hai già fatto) "Zia mame" di Patrick Dennis (Adelphi)

Sonia Ognibene ha detto...

Oggi, neppure il vento e la pioggerellina che fanno ondeggiare e piegare la vegetazione riesce a placare quella cefalea fissa sugli occhi.

A te come va?

Oggi niente letture, solo relax.
Andrò a guardare il cielo oltre il pendio.

Un abbraccio.

Omar ha detto...

Spero passi presto come un temporale estivo, che poi lascia le campagne invase dall'aria frizzante.

Io sono un po' in Italia, almeno questa settimana, poi ho preparato un viaggio di tre settimane nelle steppe dell'Asia Centrale con un po' di amici. Ho voglia di deserto e di vuoto e per un po' il mio cellulare e il mio computer dovranno stare zitti, perchè là non c'è alcuna copertura.

Quindi per qualche giorno vivrò in una dimensione quasi onirica a contatto coi miei amici nomadi.

Ovviamente qualche libro sarà con me, fedele compagno dei miei risvegli nelle albe tinte di rosso e di blu che ornano quei cieli.

Se ce la faccio proverò a mettermi in contatto con la Locanda anche da quelle terre lontane....

Che uno zefiro porti via con sè il peso sui tuoi occhi Sonia.

Sonia Ognibene ha detto...

Molto gentile Omar, davvero.
Purtroppo anche oggi mi fa compagnia, non sto riposando bene in questi giorni.
Alcuni pensieri mi affollano la mente, cerco di mandarli via e forse, chissà, ci riuscirò prima o poi.

Ti auguro una vacanza pregna di silenzi, serenità, scoperta.
So che saprai goderne appieno.

Un abbraccio.
Mi troverai ancora qui al tuo ritorno.

Omar ha detto...

Ciao Sonia, eccomi nuovamente a casa, si fa per dire, perchè ti sto scrivendo da un altro Paese dell'Est, dove sono arrivato negli scorsi giorni per ragioni di lavoro.

Spero che tu stia rilassando un po' in ferie.

Purtroppo non ce la ho fatta a collegarmi con la Locanda, sono stato in posti veramente fuori dal mondo, nessuna copertuta di cellulare, nessun collegamento Internet (che bello!). "Solo" i miei amici nomadi, animali (tanti, anzi tantissimi), paesaggi mozzafiato, silenzi assoluti, il vento che ti parla, il sole che ti sorride, qualche lama tibetano che parla di te come se ti conoscesse da anni.

Ora non ho molto tempo per scriverti, perchè devo scappare, ma ti prometto - ovviamente se vuoi - di raccontarti un po' di più.

Posso però già anticiparti cos'e' la cosa che mi ha colpito di più. Sono stati i bambini che ho incontrato in tende sperdute nelle valli. I loro visi bruciati dal sole e dal vento, la loro gioia di vivere, la loro sete di sapere e i loro meravigliosi sorrisi, che ti riempiono il cuore di speranza.

Radiosa giornata Sonia.

Sonia Ognibene ha detto...

Ciao Omar
sono felicissima di sentirti!
No, non sono in ferie.
Qualche capatina al mare e qualche viaggio lampo per l'Italia di 1-2 giorni, ma niente di più.
Avrei tanto voluto fare un viaggio come il tuo, per scoprire ciò che al momento mi è precluso.
Comunque non mi lamento.

Sì, voglio che mi racconti tutto ciò che sentirai di dirmi. Come potrebbe non interessarmi?

Un abbraccio e radiosa giornata anche a te.

Omar ha detto...

Quanto tempo cara Sonia che manco dalla Locanda, ma il mio nomadismo si è accentuato. Ora vado anche in paesi Nord Africani e questo mi ha tenuto lontano dalla tua deliziosa Locanda.

Una frase strappata da un quaderno di un'associazione che si occupa di giovani e che mi è piaciuta: "Tra vent'anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto, che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite."

Un caro abbraccio.

Sonia Ognibene ha detto...

Caro Omar, che piacere ritrovarti ancora qui!
Tu ricorda solo che io sarò sempre qui alla fine di ogni tuo viaggio:
potrai gustare del tè e fare un po' di buona conversazione, senza troppe pretese.
Mi auguro che i tuoi ultimi viaggi ti abbiano appagato i sensi, la mente e l'anima.
Sì, quella che hai scritto è una frase bellissima!!!
Se non ci sentiamo prima di Natale, ti auguro di cuore di passarle accanto alle persone che ami o che ti fanno star bene.
Un abbraccio anche a te.
Sonia

Omar ha detto...

Ciao Sonia, il piacere è mio. Chiaccherare davanti a una tazza di tè con una amica, dopo avere viaggiato tanto è sempre bello.
Sì i miei viaggi sono stati davvero appaganti, ma soprattutto stimolanti, commoventi, eccitanti, luminosi e molto, molto altro ancora. Tanti auguri anche a te, e come dice un Lama Buddista Tibetano, che ho incontrato qualche mese fa: "che la vita ti apra le porte quando tu sarai di fronte a loro...."
Baci.
Omar

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie di cuore...
Sonia

Omar ha detto...

Oggi sono a Milano, la neve ha letteralmente sommerso la città. E' bellissimo, un vero "bianco Natale". La neve monda la città dalle nefandezze che noi umani facciamo alla bellezza di questo mondo. Ieri sera sono stato alla Scala per un concerto di cori natalizi, struggente....
Un vero Natale di neve e di canti. Spero che anche alla Locanda il Natale riscaldi i cuori di tutti.
Baci.

omar ha detto...

Sonia, mi sono reso conto solo ora che hai "pubblicato" il tuo primo romanzo, scusami la cafonaggine del ritardo, COMPLIMENTI!!!!!! Ne sono felicissimo.

Sonia Ognibene ha detto...

Grazie Omar!!! No, non è cafonaggine la tua: con gli impegni che hai capisco che possano sfuggirti i miei post (che non sono la Bibbia :-D).
La novità del libro mi sta regalando momenti di grande soddisfazione e spero di continuare su questa strada e di migliorarmi in tutti i sensi!
Sì, qui in Locanda il fuoco dell'amore arde sempre.
Un abbraccio.
Sonia

omar ha detto...

Non lasciarlo mai spegnere. Tanti piccoli fuochi d'amore possono cambiare il mondo.

Ancora auguri.

P.S. Bon ton è una meraviglia vestito da Santa Klaus

Sonia Ognibene ha detto...

No, mai.
Vivo con la speranza che il fuoco dell'amore possa cambiare il mondo.

Sì, BonTon è assolutamente meraviglioso!

Ciao Omar.

omar ha detto...

Auguri di felice 2010 a te Sonia e a tutti i viaggiatori che frequentano la Locanda o che solo la sfiorano. Sì lo so sono un "po'" in ritardo, ma come al solito ero in giro ;-)

Baci.

Sonia Ognibene ha detto...

Anche a te, caro Omar, che sia carico di sogni realizzabili.
Un abbraccio :-)

leucosia ha detto...

ho scoperto il tuo blog perchè cercavo immagini della brughiera ed eccomi qua. mi hai catturata da subito, perchè amo scrivere e ho parecchi racconti nel cassetto e questo decalogo mi serviva davvero! grazie!

Sonia Ognibene ha detto...

Cara Leucosia, felicissima di averti qui!!! Se ti può interessare, nel blog puoi anche trovare un corso di scrittura creativa in dieci lezioni che forse potrà aiutarti a migliorare, o a trovare nuovi spunti per le tue storie. Ecco il link:
http://lalocandainmezzoallabrughiera.blogspot.it/2011/11/corso-di-scrittura-creativa-completo.html

Un abbraccio!