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- E’ come se fosse la nostra casa! – hanno detto.
A metà pomeriggio l’opera è giunta agli sgoccioli quasi senza affanno, poiché avevamo il mitico Frank “The Voice” a dilettarci con la sua voce calda e ricca di swing.
E alle parole: “And now, the end is near… / ora la fine è vicina”, con surreale tempismo abbiamo riposto stracci, spugne e spazzoloni e ci siamo rilassati bevendo un buon tè con biscottini al burro. My Way rimbalzava sui muri odorosi di limone e lavanda e io ho pensato che quell’istante di assoluta serenità ERA la PERFETTA FELICITA’, la felicità che noi tutti ci affanniamo a cercare.
E ho pensato a una frase di Doris Mortman: “Fino a quando non ti sarai riappacificata con la vera te stessa, non sarai mai contenta di quanto possiedi”.
Forse la mia felicità deriva da questo: io basto a me stessa.
Ciò che sono mi rende libera dai legacci della materia.
Ho compreso che solo le emozioni, pungolate e rinfocolate dalla struggente bellezza della poesia e della musica possono trasformare l’individuo in creatura di valore.
Il resto è una zavorra di cui disfarsi.
Il resto è una zavorra di cui disfarsi.
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