domenica 10 maggio 2009

Serata speciale alla locanda

Ero convinta che avrei trascorso una tranquilla serata in compagnia del fedele BonTon e invece, ieri sera, mi sono ritrovata alla porta un gruppo di nove avventori che, pur non conoscendosi, erano giunti alla meta pressapoco nello stesso momento.
Sono sempre euforica quando ho gente alla locanda, soprattutto quando mi sembra ben disposta a conversare, confrontarsi, rilassarsi.
La brigata di lettori, infatti, ha subito rallegrato l'atmosfera con un chiacchiericcio squillante e contagioso.
- Prendete pure posto, signori miei, e sarete rifocillati nel corpo e nello spirito.
-Proprio quello che ci voleva! - ha esclamato un signore panciuto, dall'accento nettamente scozzese.
E così, tra assaggi di formaggi con gelatina di vino cotto e una torta salata con prosciutto e spinaci, abbiamo iniziato ad inventare delle storie.
L'autore della storia più originale o appassionante sarebbe stato premiato con un romanzo a scelta, tra quelli disponibili in locanda.
Ho dato un incipit e ho lasciato che le parole vibrassero nell'aria per pungolare la loro immaginazione.
E ciò che è venuto fuori è stato illuminante e sorprendente.
Se, infatti, lasciamo alle nostre emozioni di fluire senza reticenze, paure di sbagliare o di non essere all'altezza, siamo in grado di dar vita a trame interessanti... da aggiustare qua e là, certo, ma comunque interessanti.
Perciò, così come a loro, anche a voi lancio una sfida: partite dall'incipit che vi scriverò qui sotto, continuate la storia come meglio credete e concludetela.
La storia dev'essere lunga, però, solo 10 righe, per un totale di 600-650 battute.
Avete voglia di mettervi in gioco? Inserite la vostra storia, cliccando su "Commenti".
Poi, penserò io ad inserirle tutte in un post molto, molto speciale. Vi aspetto.
INCIPIT: "Si rigirò quella strana chiave tra le dita. Era sicura di non averla mai vista prima. Sentì dei passi dietro alla porta socchiusa e la affondò prontamente nel vaso dei nontiscordardimé...".

10 commenti:

Emily_Dickinson ha detto...

"Si rigirò quella strana chiave tra le dita. Era sicura di non averla mai vista prima. Sentì dei passi dietro alla porta socchiusa e la affondò prontamente nel vaso dei nontiscordardimé... ma perché l’aveva nascosta e perché si stava nascondendo dietro le tende di velluto? Trattenne il respiro, mentre i passi si facevano sempre più decisi. Poi udì il rumore del cassetto che si apriva: ma sì, qualcuno stava cercando quella chiave e stava frugando senza sosta. Improvvisamente si udì il tonfo di un corpo sul pavimento. Aprì la tenda e vide suo zio, a terra. Tra le mani una rivoltella: - Oddio! - urlò lei. Lui alzò il viso bagnato di lacrime: -Non temere, non l’ho usata. Sai, in questo cassetto ho sempre custodito la chiave di uno scrigno dove tenevo i colpi per questa. E proprio oggi che mi sarebbe servita, non è più qui.-. Lei scoppiò in lacrime, perché si accorse d’essere stata uno strumento nelle mani di Dio. – Tutto si risolverà, zio. Supereremo tutto. Insieme.”

Il testo è di 649 battute, ma non ho contato l'incipit. Va bene lo stesso?

Bel blog, stimolante per chi adora la scrittura!

Sonia Ognibene ha detto...

Va benissimo così, cara amica Emily_Dickinson!
Grazie per aver accolto il mio invito. E' bello vedere che c'è gente che ha voglia di sperimentare, giocando con le parole e l'immaginazione.
Ti aspetto alla locanda!
Sonia

Valentina ha detto...

"Si rigirò quella strana chiave tra le dita. Era sicura di non averla mai vista prima. Sentì dei passi dietro alla porta socchiusa e la affondò prontamente nel vaso dei nontiscordardimé...".
La porta si spalancò e la figura sottile ed un po’ curva di Ms Nichols le si palesò davanti. ”Cecily!Sai bene che qui non è concesso entrare, torna subito nel refettorio a terminare la tua cena”
La sua voce tagliente e glaciale le fece raggelare il sangue; nell’eseguire prontamente l’ordine ricevuto Cicily esitò un attimo e con la coda dell’occhio vide un po’ di terra sul pavimento e lo sguardo indagatore di Ms Nichols che si fermava su di lei. Sperò solo che Dio l’aiutasse a non essere scoperta o avrebbe fatto la fine della povera Emily chiamata durante una lezione di latino da Ms Nichols e mai più tornata…..

mondidisotto ha detto...

Finse di curare le piantine tirando via le foglie secche e i fiori appassiti, mentre i passi si facevano più nitidi, uniti all'odore familiare e disgustoso di sigaro e sudore rancido-
-Ehi,culo moscio,vuoi vedere cos'ho fregato ieri in caserma?- Davanti al suo naso porcino dondolavano un paio di manette,un ghigno crudele a deformargli il muso scimmiesco.-Vieni qua che le apro e proviamo come ti stanno.Ma...cazzo, le chiavi.Le avevo in tasca, saranno cadute.-
E mentre come un cane da tartufo lui perlustrava il pavimento, lei tiro fuori le chiavi e con la disperazione dell'amore umiliato lo ammanettò al piede del letto e gli spaccò sul testone il vaso dei nontiscordardimè.

Forse un po' lunghetto...ma come si fa a concentrare tutto in così poco?
Baci...CATTIVONA!!

Sonia Ognibene ha detto...

Benvenuta Valentina, grazie per il tuo contributo: evocativo, misterioso e molto british.
Ti aspetto alla locanda per una tazza di tè.
Sonia

Sonia Ognibene ha detto...

Cara mondidisotto, grazie anche a te per esserti messa in gioco. Inquietante direi, ma anche comico quel vaso con i nontiscordardimé sulla testa. Non lo avrei mai pensato come finale :-D !
Passa a trovarmi presto.
Sonia

Fabioletterario ha detto...

cara Sonia, il tuo post arriva per me in un momento in cui ho ricevuto una brutta notizia... non avermene...
Fabio

Sonia Ognibene ha detto...

Come potrei prendermela con te se hai ricevuto una brutta notizia?
Qui si parla di cose effimere, che dilettano facendo riflettere o sognare.
Piuttosto, pur non conoscendoti, mi dispiace che tu stia soffrendo adesso.
Spero di rileggerti presto.
Sonia

JFK ha detto...

eccoti accontentata Sonia:

Si rigirò quella strana chiave tra le dita. Era sicuro di non averla mai vista prima. Sentì dei passi dietro alla porta socchiusa e la affondò prontamente nel vaso dei nontiscordardimé…
…tutto poteva attendersi, non quello che seguì. Bon Ton sporse le orecchie sulla soglia della cuccia, in ogni particolare ricalcante la vicina locanda: “ Ti stavo aspettando, entra.”
“ Devo aver corso troppo tempo nella brughiera e sono finito nel Paese degli Hobbit “ pensò alla vista di un cane parlante, dentro una cuccia a due piani, con giardino di nontiscordardimé.
“ La padrona della locanda mi ha dato la chiave della dependance, ma non pensavo fosse già occupata.”
“ Vieni, su entra, staremo un po’ stretti, ma qui troverai un vero resort a cinque stelle con idromassaggio.”
Entrò e vide, in un angolo accanto al caminetto, il Signor A. colloquiare con il fondo d’una bottiglia di cherry.
Sì, era fra gli Hobbit. Non si chiese più nulla quella notte, neppure quando Bon Ton lo invitò ad abbaiare alla luna.

By Sonia, spero di essermi guadagnato una crosta di formaggio con gelatina di vino. La torta di spinaci e prosciutto dubito abbia resistito ai ripetuti assalti della brigata di lettori.
Ora torno nella cuccia ad abbaiare con Bon Ton.
In realtà, mentre lui ulula come un cane di razza, i miei sono gargarismi allo cherry, modulati su quella parola che mi torna sempre alla mente:
" Scoooooones...scoooooones!!!"

Buon w.e. da JFK

Sonia Ognibene ha detto...

Ma che bravo che sei!
Grazie!