Sono stanca di scrivere, pensare.
Voglio tornare a vivere, guardare il mondo, nutrirmi di posti, volti nuovi, di voci diverse, di accenti mai sentiti.
Ne ho bisogno per rivestire il mio passato con gli abiti della festa, con tanto di gruccia e cartellino.
Per dare linfa ai miei frutti acerbi voglio stendere i miei rami fino a toccare l'inconoscibile.
Quando potrò farlo?
6 commenti:
Fantastico Post, Sonia!
Hai ragione, a volte la piatta quotidianità copre da una patina bianca tutto quello che osserviamo, nascondendo alla nostra vista, i colori, i profumi, gli sguardi, i suoni ...
A volte un cambiamento, un viaggio, una nuova esperienza, una nuova amicizia ci permettono di guardare tutto con occhi nuovi, ed apprezzare meglio la vita che ci passa accanto.
Io spesso cambio percorso, da casa al lavoro, proprio per rompere la monotonia e osservare cose nuove.
Un bacio.
Roberta
Ehi...ehi...ehi... mi sono perso qualcosa Sonia?
Ti lascio sopra uno spuntone di roccia gallese battuto dal vento più aspro, i capelli che s’innalzano al cielo insieme al filo dei pensieri segreti, e ti ritrovo sugli spalti del castello di Elsinore ad interrogarti sul vivere per scrivere.
Oh, ma qui c'è un sacco da fare ragazza mia, l'inverno è alle porte, bisogna far provviste di legna e marmellata per le torte.
Cielo, guarda quel forno! Da quant’è che non cuoce scones per avventori affamati di buone storie?
Andiamo Bon Ton, datti una mossa, vediamo di ripulire la canna fumaria e poi andiamo a prendere una carrettata di torba.
Ma guardatelo! Senza qualcuno per correre nella brughiera ha messo su la pancetta da cumenda.
Colpa mia, lo so, ma anche di quello stramaledetto crocevia nel bosco.
Chi andava a pensare che le foglie gialle avrebbero seppellito il sentiero meno battuto e che per novantanove e una volta avrei imboccato la strada a perdere?
Se non era per la Signora Smith, che andava raccogliendo mele cotogne per la composta e mi ha riconosciuto, nonostante l’incolta barba fossile, avrei consumato l’ultimo paio di scarpe da maratona.
Va beh, non la faccio lunga più di tanto.
C’è posto in locanda o, alle solite, devo dividere la cuccia con Bon Ton?
p.s.- dimenticavo Sonia, dimenticavo di rinnovare i complimenti, perché fai vivere un blog interessante e che offre stimoli mai banali. Se ti risolverai a respirare l’inconoscibile, per continuare a scrivere, avrai le tue buone ragioni.
Solo, non osare lasciare orfani i figli del blog, i figli so’ piezz’ e core.
Con tutto l'affetto del passo più veloce della brughiera.
Cara Roberta, il mio è quasi un percorso obbligato.
A volte può diventare pesante, non perché lo sia realmente, ma perché il CAMBIAMENTO è NECESSARIO, VITALE per continuare ad apprezzare ciò che si fa e, soprattutto, per irrobustire la scrittura, arricchirla di nuovi contenuti, "sonorità".
Io non sono Emily Dickinson, che ha scritto per tutta la vita nel recinto soffocante della sua casa, senza mai alzare la testa se non attraverso i suoi versi.
Un bacio anche a te e grazie d'essere passata.
Sonia
JFK, sei tornato!!!
Com'è andata l'estate? E le tue vacanze?
Non preoccuparti, non lascerò i miei amici del blog e neppure smetterò di scrivere, ma è vero che vorrei fermarmi un po' per ricaricare la mia mente, nel senso che vorrei viaggiare, imparare, ascoltare, osservare, sentire.
BonTon è dimagrito con l'autunno, ma è sempre meravigliosamente bello.
Comunque... stasera crostata di more e biscotti alla cannella.
p.s. Non so se offro spunti interessanti con i miei post, ma ti ringrazio che lo pensi.
Ciao.
"Vivi, se vuoi scrivere."
Che meravigliosa frase. Complimenti.
Grazie Iku... anche d'essere passata!
Sonia
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