Ieri, in una delle mie consuete passeggiate a passo sostenuto per bruciare, tonificare e produrre endorfine per il corpo e l'anima, ho compreso con lampante lucidità che la bellezza -e il conseguente successo- di una storia non è da ricercare in una trama dagli intrecci complicati, né nell'abbondanza di elementi erotici, gialli o noir che gli editori ricercano negli scrittori e poi propinano ai lettori. La verità mi è stata sempre davanti ma io non l'ho degnata di uno sguardo. Mai. Mi è stata invisibile tutto il tempo. Ora so, però, con assoluta certezza, che devo attingere alle emozioni primordiali, comuni a ogni essere umano, e berne senza temere di sbronzarmi, se voglio avvicinarmi un po' di più ai grandi. Non si può essere scrittori con la S maiuscola, infatti, se si ha paura di scavare in profondità. La scrittura è pensiero masticato, spesso non digerito, è dubbio, consapevolezza, è legame con il Mortale e l'Eterno. Lo so che mi costerà fatica e non so quali saranno i risultati, ma devo almeno provarci. Auguratemi: buona fortuna.
domenica 18 marzo 2012
Diventare scrittori con la S maiuscola
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18 commenti:
Credo proprio che tu abbia ragione, anche se andare, scendere, nel profondo, ha un costo. Buona ricerca!
Buona Notte.
Sì, Massimo, un costo altissimo.
Grazie per l'augurio e il sostegno.
Buona notte!
Bellissima l'espressione "la scrittura è pensiero masticato, spesso non digerito...". aggiungo che è un modo per fare introspezione...
Naturalmente ti auguro tanta fortuna.
Te l'auguro con tutto il cuore, anche perché hai individuato la strada giusta (giusta benché difficile e, in Lobotom-italy, avara di soddisfazioni: la nostra edito-RAGLIA è infatti schierata dalla parte di sua maestà la trama...)
A sostegno del coraggio dello scavare in profondità, copio qui una frase di Cioran che abbellisce la colonnina di destra del mio blog:
"Le "fonti" di uno scrittore sono le sue ignominie: colui che non ne scopre dentro di sé, o che vi si sottrae, è destinato al plagio o alla critica."
Ciao!!
Non posso dire di non essere d'accordo.
E' quello che anch'io cerco di fare ogni volta che mi siedo davanti a computer.
In effetti senza quelle emozioni che tu descrivi io non saprei vivere, anche se, come dici tu, fanno così male che a volte ti chiedi se ne valga davvero la pena.
Io credo che siano loro, in fondo, a prenderci la mano e a condurci...
Buon giorno, Mia Dolce e Preziosa Amica.
TVB
Si è vero, emozionarsi e scavare dentro di noi, io come sai sono uno che si è provato a raccontare fattarelli, ma una cosa mi è riuscita, uno scritto breve che avrai letto: Strade Bianche.
quando ho scritto questi pochi righi ero in uno stato emozionale tale che poi non ho più avuto.
Emozionati nello scrivere e vedrai
Cara Serenella, mi guarderò dentro e mi avvierò verso una strada più vera... grazie.
Caro zio Scriba, sai sempre come usare le parole, tu. In effetti, per l'EDITO-RAGLIA (bellissimo), sembra che oltre la trama non ci sia spazio per nient'altro. Spero di raggiungere la parte più profonda di me. Grazie.
Roberta carissima, lo so, tu sei d'accordo con questo mio pensiero al 100%! Tu non hai paura di soffrire mentre scrivi, io invece sì.
Ma occorre che io intraprenda questo cammino. I tempi sono più che maturi.
Ti voglio bene anch'io.
Maresco caro, è bello sapere che per quello scritto tu ti sia emozionato tanto! Perché è bello andare al di là di uno scritto e scoprire l'uomo e la donna che si celano dietro. E tu non ti nascondi mai. Grazie, mi emozionerò...
Non posso che essere d'accordo con questa tua riflessione-illuminazione. E' per questo che le emozioni che riescono ancora a suscitare nel lettore certi classici anche a distanza di secoli, non sono nemmeno lontanamente avvicinabili dalla maggior parte dei contemporanei best seller. Sarà anche che il tempo pratica una naturale selezione di merito...
Per dire: io nel rileggere l'Eneide (quella di Omero, non quella cagata di Baricco) mi sono quasi sorpresa a commuovermi! (ma sono un caso disperato, eh!)
Buona fortuna con tutto il cuore, davvero!
Cara SuSter, hai ragione da vendere. E' proprio così! Se i classici ci fanno ancora emozionare è perché hanno scavato mirabilmente nelle profondità dell'essere umano. Ora scaviamo solo nel marcio per scioccare, sperando magari che qualcuno faccia diventare il nostro libro un thriller per il grande schermo. Che tristezza. A presto.
Grazie, cara Sandra! Un abbraccio.
Cara Sonia, quanto sono vere le tue parole. A modo mio ne ho scritto anche io oggi, nel mio blog. Ma ti dico anche un'altra cosa: che essere scrittori con la S maiuscola fa paura. Libera il cracken dentro di noi, ma libera anche un'energia potenziale. Per parlare alla gente, bisogna conoscersi, bisogna vivere e, solo in un secondo momento, tramutare l'esperienza travagliata in parole che tocchino l'anima e la liberino in profondità! Abbi coraggio e viaggia tu stessa!
Hai perfettamente ragione ed allora, forza che il premio Strega ti attende. Un amichevole abbraccio per rimontarti il morale.
Penso anch'io che tu abbia ragione. Non é da tutti riuscire nell'intento. Ma se il tentativo riesce, la corda dei sentimenti vibra allora nell'animo dei lettori.
Mettere i pensieri in parole è arte.
Scavare nei ricordi è un po come scavare con le mani nella terra dura, ferisce. Ma quanta soddisfazione trovarsi quei piccoli tesori tra le dita indolensite e sanguinanti...
Ciao
Andrea
Cari Carolina, Elio, Adriano, Cosimo, Andrea, mi fa piacere sapere che siamo tutti d'accordo su questo punto: bisogna avere coraggio, vivere, ricordare e sublimare il tutto attraverso parole e storie che facciano vibrare l'anima... quella dello scrittore in primis.
Grazie del vostro passaggio. Vi abbraccio tutti.
Un mio amico diceva la scrittura fa uscire il fango che è nascosto dentro di te. Buona fortuna!
Il fango, ma anche dei diamanti purissimi. Grazie, Sara, a presto!!!
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