E mi sorprendo ogni volta nel constatare che se il mondo va di là io vado nel senso opposto e che le dinamiche economiche fluttuano verso il basso laddove è presente la riservatezza, l'onestà intellettuale e il lavoro svolto nel silenzio (benché condiviso).
Già, non sono tagliata per questo genere di commedie (che per me si tramutano in drammi).
Tanto per farla chiara e breve, gli scrittori (e gli artisti in genere) non possono essere tutti venditori all'ingrosso e al dettaglio.
Se lo fossero avrebbero scelto un altro mestiere, non vi pare?
19 commenti:
Credo che un artista già nell'esperire la sua arte sotto qualsiasi forma, abbia già assolto il suo compito....renderlo palese alla collettività e prima ancora, a se stesso....perchè vede le sue idee prendere forma sotto i sensi non solo suoi, ma anche di quelli degli altri.
Sono d'accordo cpon te ...non possono essere tutti venditori all'ingrosso e/o al dettaglio.
Un artista è colui che fa arte. Pois e trova i mezzi per farsi conoscere, in termini di fruizione dell'opera, tanto meglio. Ma credo che il principale scopo per un artista sia creare, poi dopo, forse, vendere [purtroppo senza soldi non si può vivere].
ben venga se la propria arte frutti dei soldi...quanti anelano ad un lavoro che sia al contempo passione e piacere? Anche se però inizialmente prende vita dai moti dell'animo...
Carissima, certo, infatti faccio un altro lavoro per restare a galla.
Non sono una venditrice e non lo sarò mai. Se qualcuno ha voglia di leggere ciò che scrivo, bene, ne sono onoratissima, ma non riuscirei proprio ad imbastire sul mio romanzo delle infiorettate operazioni di marketing (prendendomi anche troppo sul serio).
Purtroppo oggi ci sono tanti venditori e pochi veri scrittori.
Un grande abbraccio.
Antonella
E' vero, Antonella, lo penso anch'io. Spesso si produce spazzatura (libri conditi di sesso, omicidi e affini) per creare "casi editoriali".
Ma non chiamiamola letteratura.
Ti abbraccio forte.
Eh si, sono della tua stessa opinione. Ricamarci su, no grazie.
Un abbraccio
E a te un bacione! ;-)
Mi pare lampante. Lo scrittore ... scrive. Il venditore... vende. Non fa una grinza.
Purtroppo, Carolina, non è così lampante. Gli artisti si devono vendere,e vendere bene, altrimenti la casa editrice, il gallerista, il curatore della mostra preferisce te ad un altro più "disinvolto".
Corretto Sonia, vendere a un tanto al kilo i nostri sogni, è impossibile a realizzare...e poi che senso avrebbe mai?
In altre parole: a ognuno il suo, cara Nella!
Vedo che la grinta rispunta fuori e ne sono contento. Ritengo che non sia obbligatorio per uno scrittore far uscire un libro all'anno, ma che debba pubblicarlo solo quando lo ha "mangiato e digerito".
E, del resto, non bisogna neanche comprarli ad un tanto al chilo. Metti da parte i tuoi perché se mia moglie ed io passiamo dalle tue parti faremo una scorpacciata dei tuoi. Un abbraccio e buona domenica.
Caro Elio, pubblicare un libro all'anno non sarebbe un problema se una casa editrice fosse consenziente. Il problema è la casa editrice che vuole lo scrittore venditore di se stesso, presenzialista brillante e convincente. E non sono io.
Tu e tua moglie siete carinissimi e io vi abbraccio con tutto l'affetto del mondo.
Per fortuna il Tempo s’incaricherà di fare giustizia e sopra il grigio brillerà sempre il sole di un classico della letteratura.
Da scoprire o riscoprire, insieme al nuovo che abbia qualcosa da dire.
Dobbiamo diventare, noi lettori, pescatori di perle laddove proliferano le alghe.
Mah…e le treccine?!?
Due volte un happy abbraccio :)
Carissimo! A volte i lettori sono troppo pigri per scavare alla ricerca delle "perle", prendono quello che si trovano davanti come al supermercato, dove il prodotto ben posizionato e confezionato la spunta nove volte su dieci su quello minimal e posto in basso.
Le treccine? Sciolte... la chioma è tornata fluente e libera!
Tre volte un happy abbraccio!
le treccine però ti stavan gran bene.
Io be' un po' mi vendo, ma credo sia un altro aspetto del mestiere, giro, incontro gente, sorrido molto, sì mi autopromuovo, del resto se l'editore non lo fa, o lo fa pochissimo, ho recentemente letto di presentazioni a pagamento addirittura, be' il libro è destinato, perlomeno il mio, a marcire nel deposito e questo è molto triste. Ti abbraccio sempre bello passare per la brughiera.
Ciao, Sandra, che piacere! Sì, in parecchi mi hanno detto che mi stavano bene, ma lavorando a scuola e avendo le treccine così lunghe,avevo non pochi problemi.
Pr l'altra questione, io invidio chi come te si autopromuove, sorride e vende con disinvoltura. Siamo del tutto diverse.
Quello che non approvo è che i lettori si aspettino da uno scrittore la loquela di Saviano e Volo e gli editori lo spirito presenzialista di Vespa (che quando ha il suo solito libro da sfornare a Natale non si vergogna di proporlo neppure alla sagra della salsiccia... si fa per dire).
Grazie del tuo passaggio, ti abbraccio forte.
Si, credo che tu abbia ragione. Un artista (ma non solo un artista) asseconda una sua necessità che è quella di esprimere qualcosa che vede, che sente, che coglie, che immagina, che pensa. La fase successiva non ha niente a che vedere con l'arte ma con il mercato. un sorriso
Gautier
Parole sacrosante, Gautier... benvenuto nella mia locanda! Bello il tuo blog!
A presto!
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