Non appena ho rimesso piede in locanda, le prime gocce di pioggia hanno cominciato a battere sui vetri delle finestre esposte a sud. Nonostante le nuvole incombenti, io e BonTon ce la siamo presa comoda: non abbiamo accelerato i nostri passi, né le nostre paure. Che ci piovesse pure addosso, diamine! Non ci sarebbe importato alcunché.
Dovrei scrivere oggi, sì, dovrei proprio riprendere. Sono stata di umore altalenante in questi giorni... mah... per diverse ragioni. Però non va così male. Il problema è che detesto i doveri ma non me ne lascio scappare uno; adoro scrivere ma poi soffro da matti quando sono al computer; ho la smania parossistica del viaggio e il tedio del mio lavoro stanziale mi incatena a luoghi e tempi fissi.
Ma come si può vivere divisi in due?
E perché faccio sempre prevalere il buonsenso?
Il buonsenso, poi, è davvero la chiave della felicità?
Infine, rincorrere chimere porta alla realizzazione autentica di se stessi o è solo una mera illusione?
E' una vita che mi pongo domande del genere e non ho ancora trovato risposte esaurienti.
Forse la chiave di tutto è semplicemente la leggerezza.
Vi abbraccio. Corro a prendere un paio d'ali.