Ho attraversato l'Afghanistan ancora una volta, e ancora una volta ho sentito i suoi profumi, ho solcato il suo cielo a bordo di un aquilone, ho ascoltato la melodiosa preghiera verso La Mecca; poi ne ho avvertito il terrore, la violenza, la povertà, l'infanzia negata, il nonsenso durante l'occupazione dei Russi prima e l'insediamento dei Talebani poi.
Ho pianto a lungo perché l'uomo pervaso dall'odio, dalla brama di potere, dalla concupiscenza è molto più feroce di quanto qualunque immaginazione possa concepire.
Ho scoperto che nella mia vita avrei voluto avere un amico come Hassan e un padre coraggioso come Baba.
Ho capito da Amir che, per quanto i nostri errori possano essere imperdonabili, c'è sempre una possibilità di riscatto, una chance per diventare creature migliori e tornare a VIVERE.
Allora, tashakor Khaled jan.