venerdì 29 luglio 2016

Funziona! / It works!


Il decalogo di regole giornaliero continua con successo. Spero mi porti da qualche parte: un po' più avanti, un po' più soddisfatta, un po' più sicura di me.

My daily rulebook successfully continues. I hope it takes me somewhere: a little bit ahead, more satisfied and more confident.

martedì 26 luglio 2016

"il segreto di Isabel" Nuova ristampa, nuova copertina / New reprint, new cover


Ecco qua! La copertina modificata della nuova ristampa del mio romanzo, senza refusi (spero). Oh… Amazon dice che “Il segreto di Isabel”  è per bambini di 9-11 anni. Non è vero, in realtà è per adolescenti di 12-14 e consigliato da me anche agli adulti.
Bene, il “segreto” potrebbe essere nelle vostre mani… buona lettura!


Here it is! The modified cover of the new reprint of my novel, no typos (I hope). Oh… Amazon says that “Il segreto di Isabel” is for 9-11 year old readers. It’s not true, actually it is for 12-14 year old and adult readers, also.
Well, the “secret” could be in your hands… enjoy!

giovedì 21 luglio 2016

Programma del giorno (per ogni giorno) / Program for the day (of each day)



1)     Lavarsi e vestirsi
2)     Fare una passeggiata con il cane
3)     Riordinare la casa
4)     Scrivere
5)     Scrivere
6)     Fare pranzo
7)     Scrivere
8)     Scrivere
9)     Fare cena
10) Dormire (o scrivere)


Vi farò sapere com’è andata, cari avventori. Vi lascio dei biscottini e delle caraffe di tè nel caso passiate da queste parti, ma shh… fate piano.

1) Getting washed and dressed
2 ) Taking the dog for a walk
3 ) Tidying up the house
4 ) Writing
5 ) Writing
6 ) Having lunch
7 ) Writing
8 ) Writing
9 ) Having dinner
10) Sleeping (or writing)

I’ll let you know what happened, dear patrons. I’ll leave the biscuits and jugs of tea if you pass by here, but shh ... in silence.

mercoledì 20 luglio 2016

Scrittori (Veri) Cercasi / (Authentic) Writers Wanted

Come ho scritto altrove qualche giorno fa, io sono una lettrice di bocca buona, nel senso che la spocchia non mi appartiene e non ho preclusioni di genere.  È vero, spesso alcune copertine melense o banali mi danno l’orticaria e pure i titoli non mi fanno presagire nulla di buono, ma è proprio quello il momento in cui comincio a leggere gli estratti (che Dio li benedica!) e, leggendo leggendo, mi rendo conto che la mia prima impressione era…  giusta! Sì, perché basta un capitolo o due per accorgersi che si è davanti al solito autore senza stile, tecnica narrativa e contenuti (e ovviamente mi guardo bene dall’acquistare il libro).

Ma il mondo è vario, lo sappiamo bene, per cui quello che io trovo noioso ha eserciti di estimatori ed estimatrici sparsi qua e là per il Pianeta.
Ora la domanda è: avere un copioso o medio seguito di lettori fa di quell’autore un autentico scrittore?
No, non credo proprio, ma va bene così. Dico davvero. Non possiamo essere tutti fuoriclasse, no?

Però, da autentica lettrice non posso accontentarmi di leggere una storia, ho bisogno che quella storia mantenga viva la mia attenzione, che mi trascini nelle sue ambientazioni, che mi solletichi tutti e cinque i sensi, che mi induca a riflettere, che mi accompagni negli anni a venire fino ad aver voglia di rileggerla, ancora e ancora.

Se le vostre letture non vi hanno mai fatto questo effetto, ebbene, non avete mai avuto tra le mani il romanzo di un vero, autentico scrittore. Fidatevi. Spesso ritorno a libri letti tanti anni fa. Sono quelli che non posso dimenticare, quelli che sembrano attuali seppure scritti in tempi lontani da noi. Qualche esempio? "Il fu Mattia Pascal", "La coscienza di Zeno", "La luna e i falò", "I miserabili"… ma anche in tempi più recenti "L’insostenibile leggerezza dell’essere",  l’opera omnia di Alice Munro e Raymond Carver. Davanti ad essi (e a molti altri) mi inchino.

Il problema, però, è che nel mare immenso dell’editoria c’è sovrabbondanza di banchi di piccoli pesci, meduse fastidiose e squali sanguinari che se ne fregano delle buone maniere. E da loro voglio stare alla larga.
Io cerco le luminose perle sommerse, la pacifica autorevolezza delle balene e dei capodogli, il guizzo leggiadro dei delfini, la varietà multicolore dei pesci tropicali.

Perciò ovunque voi siate, scrittori veri, nuotate fino a me ed io mi tufferò all’istante.


As I wrote some days ago, I am a reader without preclusions, arrogance is not mine. Well, some mushy or banal covers and titles often make me predict nothing good but, just in that moment, I start reading samples of the books (God bless them!) and, as I read, I realize that my first impression was… right! Yes, because reading one or two chapters makes us soon understand that we are confronted by a common author, without writing style, narrative technique or contents (and obviously I won’t buy the book).

But the world is diverse, we know it well, that’s why I’m bored because of books which are loved by army of admirers, scattered everywhere in the world.
But here's the question: does having a copious or even average following make the author an authentic writer?
No, I don’t think so, but it’s fine. I really mean it. We can’t all be top-class writers, can we?


Anyway, as an authentic reader I can’t be satisfied reading a simple story, I need story that captures my attention, leads me into its locations, tickles all five senses, brings me to reflect,  accompanies me in future years until I’ll want to reread it, again and again.

If you haven't felt emotions like that, well, you've never read  books by authentic writers. Trust me. I often go back to books that I read many years ago. They had been written by faraway authors but their stories are still relevant today. I can’t forget them. Some examples? “Il fu Mattia Pascal”, “ La coscienza di Zeno”, “La luna e i falò”, “I miserabili” … and in recent times “L’insostenibile leggerezza dell’essere” and all books by Alice Munro or Raymond Carver… I bow to them (and to so many others).
So the problem is that in the limitless sea of publishing there are millions of small fish, pesky jellyfish and bloodthirsty unpolite sharks. I want to be far away from them.
I always look for the shining submerged pearls, the peaceful authoritative whale and sperm whale, the flickering graceful dolphin, the multi-colored tropical fish.

So wherever you are, authentic writers, swim up to me and I’ll dive instantly.


martedì 19 luglio 2016

Una visita non proprio inaspettata / A visit not exactly unexpected

Questa mattina un uomo di colore è arrivato alla mia locanda, ha bussato alla porta e si è messo in attesa. Non era la prima volta. Viene qui da mesi, ma non più di una volta al mese. Come sempre non ho soldi in casa (è una mia abitudine) così gli ho chiesto: “Vuoi della frutta?”, lui, sorridendomi, ha risposto: “Oh, sì, grazie!”, poi ha abbassato lo sguardo, restando in silenzio.
Ho preso delle albicocche, le ho lavate e le ho messe dentro una bustina. Dopo ho detto: “Ti va del tè o… magari un bicchiere d’acqua fresca?”, “Acqua, sì, grazie!”.
Dopo aver bevuto, mi ha ringraziata ed è andato via.
L’ho visto scomparire dalla mia vista un po’ alla volta e mi sono chiesta: “Perché io posso permettermi di comprare del cibo mentre lui non può? E perché io ho un lavoro, un posto sicuro per vivere, una vita normale e lui no?
La vita è troppo ingiusta per la maggior parte della gente e la situazione mondiale è davvero esplosiva.

Che Dio ci aiuti!

This morning a black man arrived at my inn, knocked on my door and waited. It wasn’t the first time. He had been coming here for months, but no more than once a month.  As always I didn’t have money in my home (it’s a habit of mine) so I asked him: “Would you like some fruit?”. He, smiling at me, answered: “Oh, yes, thank you.”, then he lowered his gaze, in silence.
I took some apricots, washed them and I put them into a small bag.  After that I said: “Would you like a cup of tea or… maybe a glass of cool water?”, “Water, yes, thank you!”. After drinking it, he thanked me and went away.
I watched him disappear from view little by little and I wondered: “Why can I afford food while he can’t? And why do I have a job, a safe place to live, a normal life, and he doesn’t?”.
Life is very unfair for most people and the world situation is really explosive.

God help us!


mercoledì 13 luglio 2016

Ricongiunta all'altra ME


Cari avventori, giugno è un mese speciale in cui quasi tutto finisce ma, paradossalmente, le cose da fare aumentano e allora capita di vagare fuori dalla brughiera per molte ore al giorno con la smania di restare all'ombra dei tigli o chiudere la locanda per immergersi in luoghi che si bramano da troppo tempo. Ed ecco che ho organizzato il mio viaggio a... LONDRA!


Sì, a Londra (brexit o non brexit) e DA SOLA! Sì, perché viaggiare da sola in Italia non è mai stato un problema ma fuori le cose si complicano e io volevo dimostrare a me stessa che tutto è possibile se lo si vuole veramente. Un pizzico di fortuna l'ho avuta, certo, ma è stato tutto pressoché perfetto. 

Ho organizzato ogni cosa nei minimi dettagli perché sapevo cosa avrei voluto vedere  e quali altri luoghi avrei voluto scoprire. Ed è così che mi sono tuffata nella "tradizione futuristica" di Londra 









e nelle architetture gotiche di Cambridge 






ed Oxford...




Le parole non possono minimamente ricreare le emozioni, lo stupore, la commozione provata attraversando il Tower Bridge...


o fissando l'attracco delle punts sul fiume Cam a Cambridge...



o ancora passeggiando nelle sale e cortili del Christ Church College (tra le altre cose set dei film di Harry Potter)...





Chi mi conosce sa (e voi mi conoscete bene) quanto io ami  il Regno Unito e quanto sia innamorata dell'inglese, perciò proverò da oggi in poi a scrivere qui anche in questa lingua. Ne ho bisogno per migliorare, ne ho bisogno per ricongiungermi all'altra ME, quella donna, per molti versi un po' bambina, che non ha mai smesso di sognare. 
A presto!

So my trip to London, Cambridge and Oxford was unbelievable!  I spent 4 days travelling around the city acting like a carefree English girl!  I didn't have any trouble getting around and it was great finally being able to use my English to talk with real English speaking people. I was a little intimidated at first, but quickly gained confidence when I realized I could both understand almost everything and also make myself understood rather easily!  My many years of study really (finally) paid off. English food is good, of course not as good as ours, but not bad. I went to my first Starbucks. It's like a combination of our bars and a small restaurant. I had a tea, since, after all it was the U.K. And the guy who was showing me around (a student of mine) had a frappuccino, which is like an ice cream sundae. It was an amazing trip, although it was fun coming home and giving everyone the gifts I had bought for them. You better believe I'll be going back, hopefully next year. See you soon!