Siamo nel nuovo anno, il 2015.
15: il mio numero preferito, l'età che aspettavo con impazienza parossistica, la metà di ogni mese, il suo doppio per il voto universitario perfetto, il giorno in cui è nato ciò che ho di più caro.
Ho iniziato il nuovo anno vincendo e oggi c'è il sole. Bene. Peccato per la forma fisica tutt'altro che perfetta, ma sorvoliamo, c'è di peggio.
Fortuna i libri! E allora, guardando quegli individui politici dalla condotta alquanto discutibile che vagano qua e là facendo danni, non ho potuto fare a meno di riflettere sulle parole trovate nel racconto L'Horlà di Guy De Maupassant, parole scritte alla fine del 1800 ma valide ancor oggi per tutti i popoli e le classi politiche del nostro povero Pianeta:
"...Festa della Repubblica. Ho passeggiato per le strade. I petardi e le bandiere mi divertivano come un ragazzo. Eppure è veramente idiota essere felici a data fissa, per decreto governativo. Il popolo è uno stupido gregge, ora scioccamente paziente, ora ferocemente ribelle. Gli dicono: "Divertiti". E si diverte. Gli dicono: "Vai a combattere col tuo vicino". E va a combattere. Gli dicono: Vota per l'Imperatore". E vota per l'Imperatore. Poi gli dicono: "Vota per la Repubblica". E vota per la Repubblica.
Anche coloro che dirigono sono sciocchi, soltanto, invece di obbedire ad altri uomini obbediscono ai principi i quali non possono che essere stupidi, sterili e falsi per il fatto stesso che sono principi, ovvero idee considerate sicure e immutabili in un mondo in cui non s'è certi di nulla..."