Sono seduta in locanda col desiderio di andar fuori, ma braccata dal calore, e il restar dentro, ma incatenata alla tediosa immobilità.
Ormai da troppo tempo, mal sopporto le catene.
A maggior ragione adesso, dopo essere stata a Catania, nell'isola di Ortigia e a Ragusa e dintorni; dopo essere capitata a Scicli nel bel mezzo delle riprese di Montalbano; dopo che Luca Zingaretti (verso cui nutro una venerazione sconsiderata) si è avvicinato, ha appoggiato il SUO dito sul MIO smartphone per scattare un selfie (foto che io, inutile dirlo, conservo come una reliquia); dopo che mi sono fiondata a Punta Secca e ho visto e toccato la casa del commissario Montalbano; fatto il bagno nel mare antistante; aver visto il ristorantino celeste e giallo di Enzo a Mare dove il commissario si gode il suo spaghettino con le vongole.
E poi, finalmente, dopo due anni sono tornata a Bologna, dove ho trascorso cinque giorni MERAVIGLIOSI con la mia amica del cuore di sempre.
Non posso lamentarmi: questa prima parte dell'estate è stata un dono.
E, in realtà, per quanto riguarda la scrittura si è presentata anche un'altra bella opportunità (e che solo qualche mese fa non avrei mai neppure immaginato). Ma è prematuro parlarne, perciò attendo solo fiduciosa.
Ora devo solo focalizzarmi sul prossimo libro ed essere prolifica quanto lo sono stata lo scorso anno.
Le idee, però, non mancano mai. E questo non ha davvero prezzo.
Bene, ora vado a riordinare la locanda, cucinare le lenticchie e poi mi rimetto all'opera... la scrittura mi reclama a gran voce!
Vi abbraccio tutti. E scrivetemi, sono felice di risentirvi, avventori miei.